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Identikit professore in Italia: anzianità e retribuzione sotto la media

Identikit professore in Italia: anzianità e retribuzione sotto la media

professore in Italia - identikit
  • Sara Elia
  • 21 Maggio 2024
  • Professioni
  • 4 minuti

Anzianità e retribuzione sotto la media per i professori italiani

Fare il professore in Italia richiede di certo vocazione, soprattutto se si considera la bassa rendita a livello economico e la pensione sempre più lontana.

Analizziamo queste problematiche, facendo un paragone con la situazione negli altri paesi europei!

Indice
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Identikit professore in Italia: differenze con il resto del mondo

Il recente rapporto sulle classi docenti “Education at glance”, mostra che il corpo docente in Italia è il più anziano del mondo. Ad oggi, infatti, il 58% dei suoi componenti ha un’età superiore ai 50 anni.
 
Nessuno, tra tutti i 38 Stati membri dell’OCSE, raggiunge risultati superiori in termine di anzianità.
 
La situazione si aggrava ulteriormente in alcuni livelli scolastici. I professori in Italia operativi nei percorsi liceali, registrano infatti una quota di anzianità del 61%, a fronte di una media OCSE del 39%. Quelli degli istituti tecnici e professionali il 59% contro il 43% su media europea.
 
Solo altre tre nazioni, in Europa, risultano avere percentuali pressoché simili E nello specifico:
  • Lituania (54%);
  • Grecia (51%);
  • Estonia (50%).
Tutti gli altri casi arrivano invece a valori inferiori alla metà:
  • Francia (30%);
  • Spagna (35%);
  • Germania (40%).
Il record positivo di professori giovani lo troviamo infine in Turchia con una percentuale del 15%, seguita da Gran Bretagna (20%), Irlanda (21%) e Lussemburgo (22%).
 
A livello generale, una tra le cause principali di questa forza presenta di over 50 è dovuta alla carenza di ricambio generazionale. Gli stipendi bassi, infatti, di certo non invogliano i giovani ad intraprendere questa carriera, piena di ostacoli, concorsi e continua formazione.

Fare il professore in Italia: il livello basso degli stipendi

I disincentivi ad affrontare la strada professionale per insegnare in Italia sono molti.

Oltre all’alto grado di anzianità appena trattato, un’altra eclatante differenza resa pubblica dal rapporto sulla situazione del corpo docente nel mondo, è il livello di salario nei vari Paesi.

Nello specifico, un professore in Italia guadagna nell’effettivo un salario corrispondente a solo il 69% del totale degli stipendi di altri lavoratori con un livello di istruzione inferiore.

La retribuzione di un insegnante in possesso di qualifica e con oltre 15 anni di carriera alle spalle si aggira intorno ai 32 mila euro, quando mediamente nell’area OCSE ci si posiziona oltre i 53 mila dollari.

Inoltre, un’ulteriore ricerca condotta da Eurodice, organo europeo di informazione sull’istruzione, ha riportato altri dati preoccupanti. Tra questi in evidenza il fatto che l’aumento del salario sia un procedimento estremamente lento. Infatti, solo dopo aver lavorato per 35 anni si può raggiungere il massimo consentito, circa il 50% in più dei primi stipendi.

Infine, l’inflazione in continuo aumento, di certo non aiuta. La stessa è infatti in salita del 8,6% ed è in previsione previsto un arrivo al 10%. La crisi è la più grave vissuta nell’ultimo triennio e non è destinata a fermarsi.

Stipendio insegnanti: quanto guadagna in media un docente

Un professore in Italia ha un guadagno che varia in base al ruolo ricoperto. Nello specifico:
 
  • scuola dell’infanzia e primaria: è differente a seconda degli anni di servizio. Ad inizio della carriera si aggira sui 18.000 euro euro lordi all’anno per arrivare a circa 27.000 dopo i 35 anni di servizio;
  • professore di scuola secondaria di I grado (medie): guadagna all’incirca 22.000 euro lordi ad inizio carriera. E arriva, dopo più di 35 anni di servizio, a guadagnare circa 32.000 euro lordi all’anno. Su base mensile, lo stipendio netto varia dai 1.300 euro circa iniziali ai 1.800 euro a fine carriera;
  • insegnante di scuola superiore secondaria di II grado: si parte dai 21.700 euro lordi annuali a inizio carriera. E si arriva a 34.000 euro lordi annuali dopo il superamento dei 35 anni di servizio. Lo stipendio base al mese è di 1.300 euro netti, per poi raggiungere e superare i 1.800 euro a fine carriera;
  • professore universitario ordinario a tempo pieno: arriva a guadagnare 131.674 euro lordi all’anno. Questa cifra è stata stabilita dal regime di adeguamento stipendiale aggiornato dal DPCM del 13 novembre 2020. Si tratta dell’importo massimo consentito dalla legge, ma molto dipende dagli anni di lavoro, dal tipo di impiego e dall’anzianità.

Alle radici del problema

La vera distanza tra le retribuzioni degli insegnanti italiani rispetto a quella dei colleghi degli altri Paesi europei si crea dopo qualche anno di lavoro.
Gli stipendi dei professori in Italia sono infatti poco dinamici e dipendono quasi completamente dagli scatti di anzianità. Le progressioni di stipendio legate a maggiori responsabilità assunte sono decisamente scarse.
 
Questo problema è anche il frutto del conteggio delle ore di lavoro previste dal contratto.
In Italia, al contrario della restante Europa, non vengono conteggiate nel contratto la preparazione delle lezioni e molte altre attività non strettamente di lezione, per quanto esse siano decisive per l’efficacia dell’insegnamento.
 
Inoltre, un ulteriore motivo, sempre di carattere economico, per cui la classe docente italiana sta invecchiando inesorabilmente è soprattutto l’assenza di prospettive di crescita personale.
 
Ultima parte di responsabilità va infine imputata agli investimenti fatti dallo Stato nel settore istruzione.
Da una parte i livelli scolastici elementari, medie e superiori il nostro Paese è in linea col resto d’Europa. Ma dall’altra i finanziamenti pubblici alle università raggiunge solo lo 0,3% del PIL.
Nei Paesi OCSE, invece, complessivamente la spesa pubblica per la formazione dalla scuola primaria al post diploma raggiunge il 5,1% del PIL.
 
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Sara Elia
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