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Pratica commerciale scorretta: il caso Ferragni-Balocco

Pratica commerciale scorretta: il caso Ferragni-Balocco

Pratica commerciale scorretta - caso Ferragni-Balocco
  • Sara Elia
  • 10 Febbraio 2024
  • Notizie giuridiche
  • 4 minuti

Ferragni-Balocco: la pratica commerciale scorretta del pandoro "Pink Christmas"

La nota influencer italiana Chiara Ferragni è stata accusata dall’Antitrust di pratica commerciale scorretta. 

Analizziamo nel dettaglio la vicenda.

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Caso Ferragni-Balocco: i fatti

Nell’inverno 2022 era stato messo in vendita un pandoro nato dalla collaborazione tra Ferragni- Balocco. Il ricavato avrebbe dovuto contribuire a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pari a 50 mila euro. La stessa era però nell’effettivo già stata effettuata da Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Ferragni hanno dunque incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro, senza alcun versamento.
 
Per l’Antitrust la pratica scorretta si è articolata in più condotte, riassumibili in:
 
  • far credere ai consumatori che acquistando il “Pandoro Pink Christmas” al prezzo di oltre 9 euro, invece di 3,70€ del pandoro non griffato, avrebbero contribuito alla donazione. La stessa era però, come abbiamo visto poco fa, già stata effettuata dalla sola Balocco, in cifra fissa, mesi prima dell’iniziativa benefica;
  • diffondere false informazioni idonee ad avvalorare la tesi, non veritiera, che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata;
  • pubblicare post e stories sui canali social di Ferragni in cui si dichiarava che,  tramite l’acquisto del pandoro, si contribuiva alla donazione;
  • far credere al pubblico che Ferragni stessa partecipasse direttamente alla donazione, circostanza falsa malgrado la sua società abbia incassato più di 1 milione di euro.

Che cos’è una pratica commerciale scorretta

Per andare a fondo della questione è necessario comprendere che cos’è una pratica commerciale scorretta.

È infatti necessario sapere che una pratica commerciale è una qualsiasi condotta posta in atto da un professionista ai fini di promozione, vendita o fornitura di un bene/servizio al consumatore.

La pratica commerciale diventa scorretta quando, in contrasto con il principio della diligenza professionale, falsa il comportamento economico del consumatore.

In base all’art. 20 del Codice del consumo, la pratica commerciale diventa scorretta e costituisce illecito quando:

  • si pone in contrasto con il principio di diligenza professionale;
  • risulta falsa o è idonea a falsare il comportamento economico del consumatore alla quale la pratica commerciale è diretta;
  • contiene informazioni non corrispondenti al vero;
  • induce il consumatore in errore su prezzo o disponibilità sul mercato o caratteristiche o i rischi connessi al suo impiego;
  • porta il consumatore ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso.

Negli ultimi due casi elencati la pratica commerciale diventa anche ingannevole. E lo sono anche i comportamenti attraverso cui:

  • si promette di vendere un prodotto a un certo prezzo ma ciò non avviene; viene dichiarato di avere tutte le autorizzazioni quando ciò non corrisponde a verità;
  • si induce in errore sulla convenienza dei prezzi praticati.

La pratica commerciale scorretta nel caso Ferragni-Balocco

Come abbiamo visto precedentemente la pratica commerciale Balocco-Ferragni presenta più condotte scorrette:
 
  • far credere che i consumatori avrebbero contribuito alla donazione all’ospedale Regina Margherita;
  • aver diffuso, tramite canali social, informazioni per indurre a credere che, acquistando il pandoro, i consumatori avrebbero contribuito all’iniziativa benefica;
  • far credere che Ferragni stessa partecipava direttamente alla donazione.
Occorre aggiungere che l’Autorità ha ritenuto che il prezzo più che raddoppiato del pandoro griffato, rispetto allo stesso prodotto non firmato, abbia contribuito a trarre in inganno i consumatori. Rafforzare la loro percezione di poter contribuire alla donazione è un fatto molto grave.
 
Tali pratiche, secondo l’Antitrust, avrebbero infatti intaccato la libertà di scelta del consumatore, facendo leva sulla sensibilità verso le opere di bene. 
Non è stato quindi solo violato il dovere di diligenza professionale in base all’ articolo 20 del Codice del Consumo. Ma anche integrata una pratica commerciale scorretta, connotata da elementi di ingannevolezza, in base agli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo.
 
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)  ha quindi deliberato attraverso il Provvedimento 14 dicembre 2023.
Le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti di Chiara Ferragni, devono pagare rispettivamente 400 mila euro e 675 mila euro.
Infine, alla Balocco S.p.A. spetta una sanzione di 420 mila euro.

Chiara Ferragni indagata

Chiara Ferragni, oltre ad essere indagata per truffa aggravata sul caso Balocco, è stata iscritta nel registro degli indagati anche per:
  • uova di Pasqua di Dolci Preziosi;
  • bambola Trudi.
Il primo accadimento risale al 2021 e al 2022 quando l’influencer aveva presentato le sue uova di Pasqua prodotte e commercializzate da Dolci Preziosi. Le uova promettevano di sostenere il progetto benefico “I bambini delle fate”. Il ricavato sarebbe dovuto servire a sostenere l’associazione tramite una raccolta fondi.  In realtà risultò non esserci alcuna correlazione tra le vendite delle uova e la donazione. Ferragni era infatti stata pagata unicamente per aver ceduto la sua immagine.
 
Situazione simile anche nel caso della bambola Trudi.  La stessa azienda che produce giocattoli e peluche è intervenuta sulla vicenda dichiarando l’estraneità a qualsiasi attività intrapresa autonomamente da Chiara Ferragni.
 
Le nuove contestazioni si aggiungono quindi all’indagine già avviata per il pandoro “Pink Christmas” Balocco. La vicenda giudiziaria incentrata sulle operazioni di beneficenza che coinvolgono l’imprenditrice digitale si allarga.
I legali in rappresentanza di Chiara Ferragni, da parte loro, si dichiarano certi della sua  innocenza e fiduciosi nel futuro confronto con l’autorità giudiziaria.
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