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Perito agrario: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

Perito agrario: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

perito agrario chi e come diventarlo
  • Nausicaa Tecchio
  • 14 Maggio 2022
  • Professioni
  • 5 minuti

Perito agrario: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

La professione di perito agrario è compresa nella categoria dei consulenti aziendali. In particolare vale per le imprese del settore agricolo e zootecnico. Non si tratta di una professione con un ruolo ben inquadrato quanto di una serie di mansioni trasversali. Lo scopo principale del suo incarico però è modernizzare e rendere sempre più efficiente il lavoro in agricoltura e allevamento.

Prima di tutto però occorre conseguire l’abilitazione al ruolo di perito agrario, sostenendo l’Esame di Stato.

Indice
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Chi è il perito agrario?

Questa figura può operare sia come libero professionista sia come dipendente o direttore di un’azienda agricola o zootecnica. La professione di perito agrario è regolamentata dalla legge 434 del 28/03/1968. La norma è stata poi integrata con la legge 54 del 21/02/1991. Il suo lavoro può comprendere varie mansioni tra cui:

  •  Gestire la rotazione delle colture. Si tratta del metodo più antico per non impoverire il suolo delle colture, lasciando a riposo una porzione di esso. Con il tempo si sono via via affinate le tecniche e le conoscenze su quali colture abbiano un impatto maggiore sulla fertilità del terreno.
  • Organizzare la manutenzione dei parchi urbani. Il perito agrario può pianificare sfalci, potature e  altri interventi analoghi relativi alla flora delle zone quali i giardini pubblici. In caso di necessità di disinfestazione cerca la soluzione meno invasiva.

Altre mansioni 

Il perito agrario può sostenere anche incarichi quali:

  • Realizzare lavori catastali. Per le piccole e medie imprese il perito agrario può gestire e modificare la documentazione relativa ai terreni e ai fabbricati. 
  • Consulenza per le aziende agrarie. Il perito agrario è abilitato come consulente del settore per diversi aspetti. Si va dalla parte fiscale, alla rappresentanza aziendale o all’amministrazione dell’azienda. A sua volta il professionista può gestire in toto un’impresa agraria o zootecnica. 
  • Definire la certificazione energetica dei diversi edifici. Si tratta della compilazione in seguito a sopralluogo di un attestato che definisce l’immobile in termini di isolamento termico e del consumo energetico che richiede. 

La formazione necessaria 

Per diventare perito agrario serve innanzitutto conseguire il diploma presso l‘Istituto tecnico agrario. In alternativa può valere anche il titolo di laurea triennale in Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali. Possono valere anche altri corsi di laurea, tra cui:

  •  Viticoltura ed enologia. Questo percorso è incentrato sulla coltivazione della vite e la produzione di vini e si può seguire in atenei come l’Università degli Studi di Milano o di Udine. 
  • Biotecnologie agro-industriali. Questa triennale si può seguire presso la Sede dell’Università La Sapienza, che ha sede a Roma. Il corso prevede un approccio pratico ben curato per completare la propria preparazione.

Corsi meno noti 

Nonostante siano di aree meno attinenti alla professione in apparenza, valgono anche i seguenti percorsi:
 
  • Economia del sistema agroalimentare e dell’ambiente. Una laurea poco conosciuta che ha preso piede nella sede universitaria statale di Cassino. Il perito agrario con questo titolo presenta delle conoscenze finanziarie ben salde. Inoltre riceve una buona preparazione per quanto riguarda la gestione aziendale.
  • Tecniche forestali e tecnologie del legno. Questo percorso verte sulla tutela dell’ecosistema forestale e alla gestione consapevole delle risorse di questo ambiente. Per frequentare questa triennale occorre recarsi a Viterbo, presso l’Università degli Stuti della Tuscia.
  • Tecnologia delle produzioni vegetali/produzioni animali. Questi corsi si possono trovare negli atenei statali di Bologna o di Napoli. Si tratta di percorsi formativi per perito agrario focalizzati sulle innovazioni e l’introduzione di nuove specie nel settore primario. 

L’Esame di Stato 

L’abilitazione per la professione di perito agrario distingue fra diplomati e laureati sulla base dei titoli di studio. Nel caso dei candidati periti agrari in possesso del solo diploma al momento di presentazione della domanda devono avere anche completato il tirocinio professionale. Questo ha una durata massima di 18 mesi e per i candidati laureati può essere espletato durante il corso di studi.
 
Al perito agrario diplomato per presentarsi all’esame viene inoltre richiesta una pratica biennale presso un collega già abilitato o presso un Dottore in Scienze Agrarie o Forestali iscritto al proprio albo. I candidati laureati possono avere conseguito uno dei titoli triennali o specialistici indicati all’interno del D.P.R. n. 328/2001 oppure nel decreto 509 del 3 novembre 1999.
 
Tra le lauree specialistiche che consentono l’accesso all’esame sono comprese la magistrale in Scienze Biologiche (Biologia 6/S) o in Scienze della Natura. Lo stesso vale per il corso di Laurea in Ingegneria Civile (28/S).
 

Ultima sessione

 
Nella sessione tenutasi nel 2021 la sede d’esame è stata virtuale, grazie all’uso della piattaforma del Consiglio/Collegio Nazionale dei Periti
agrari e Periti agrari laureati
. La prova di natura orale aveva una durata massima di 30 minuti. Era prevista la convocazione quotidiana di almeno cinque candidati al titolo di perito agrario per cinque giorni alla settimana. L’assenza ingiustificata alla prova valeva l’esclusione dalla sessione d’esami. 
 
 

Albo professionale

Ottenuta l’abilitazione il perito agrario è tenuto ad iscriversi al relativo albo e ad attenersi al Codice Deontologico di riferimento. Questo regolamento viene approvato dal Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati. Questo organo è composta da undici membri, ciascuno con almeno dieci anni di anzianità di iscrizione all’albo. Essi durano in carica cinque anni e sono rieleggibili.
 
Ogni perito agrario iscritto all’ordine è tenuto al versamento dei contributi stabili. Essi sono stabiliti dal Consiglio Nazionale e dal Consiglio del Collegio Territoriale. Lo stesso vale per chi si iscrive all’Ente di Previdenza Sociale, con particolare attenzione alla regolarità dei pagamenti.
 
Tra gli obblighi professionali per gli iscritti all’Ordine c’è la formazione continua che deve essere curata annualmente. Chi non porta a termine l’aggiornamento va incontro a sanzioni per illecito disciplinare. 
 

I rapporti con i colleghi

Nell’esercizio della propria attività il perito agrario ha spesso a che fare con altri colleghi, verso i quali è previsto un obbligo di lealtà e correttezza. Vale a dire evitare il discredito e il tentativo di attirare i clienti dei colleghi nella propria sfera d’influenza. Qualora ci si trovi a sostituire un altro perito è richiesto di accertarsi che il collega sia stato informato del fatto. 
 
I rapporti di collaborazione fra periti sono ammessi, a patto che le parti coinvolte definiscano preventivamente i propri ruoli. Questo attenua la possibilità che nascano incomprensioni o conflitti. 
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