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Nuovo aumento salariale per i docenti: +124 euro al mese in busta paga

Nuovo aumento salariale per i docenti: +124 euro al mese in busta paga

Nuovo aumento salariale per i docenti piu 124 euro al mese in busta paga
  • Sara Elia
  • 18 Maggio 2023
  • Scuola e università
  • 4 minuti

Aumento salariale per i docenti: +124 euro al mese in busta paga

In arrivo, tra aprile e maggio, un aumento salariale per i docenti. Grazie ai 300 milioni sbloccati Valditara, ministro dell’Istruzione in carica, arriva l’adeguamento stipendiale.

Gli incrementi medi previsti per gli 850mila professori passano così da 101 euro lordi già ottenuti a gennaio a 124 euro al mese a regime.

Analizziamo la situazione insieme e cosa ha portato alla lieta notizia.

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Aumento salariale docenti 2023

Entro Pasqua arriva il tanto agognato quanto meritato aumento salariale docenti. 
 
Il personale scolastico otterrà 23 euro al mese in più, che si vanno a sommare ai 101 stanziati a inizio anno con la legge di bilancio. L’incremento, stabilito alla fine del 2022, passa così da 100 euro a 124 euro lordi al mese. 101 già raggiunti a dicembre con l’accordo per il rinnovo di contratto firmato il 6 dicembre, e 23 con questo ultimo sblocco.
 
Sono infatti stati sbloccati circa 300 milioni di euro che la legge di bilancio aveva stanziato sul Fondo per il miglioramento dell’offerta educativa.
In questo modo, mantenendo gli accordi presi con i sindacati a novembre, sarà aumentato lo stipendio del personale scolastico. 
 
L’incremento riguarda la parte fissa della retribuzione, la quale è composta da:
  • stipendio tabellare;
  • indennità integrativa speciale;
  • retribuzione professionale per i docenti;
  • compenso individuale accessorio per il personale Ata.
Le belle notizie non sono finite qui. Infatti, le somme per l’aumento sono state ufficialmente stanziate per il 2022. Il personale scolastico ha quindi diritto agli arretrati maturati per tutto lo scorso anno. 
 

Ministero dell’Istruzione vs organizzazioni sindacali

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha dichiarato:
 
“La valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni, poiché non può esserci merito senza dignità. La dignità del personale scolastico va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola.”
 
I sindacati da parte loro hanno risposto di essere soddisfatti sull’aumento salariale ma di voler continuare il confronto anche su altri temi importanti.
 
Entrando nello specifico, i temi ancora da affrontare sono:
  • riforma degli ordinamenti del personale Ata e di tutti i settori del comparto;
  • valorizzazione dei Dsga;
  • lavoro a distanza;
  • relazioni sindacali;
  • contrattazione di secondo livello;
  • mobilità e la formazione del personale.
Al momento sono state intanto confermate date per presentare le domande di mobilità nel 2023:
  • docenti: dal 6 al 21 marzo;
  • educatori: tra il 9 al 29 marzo;
  • personale Ata dal 17 marzo al 3 aprile. 
L’incremento di stipendio docenti dipende da:
  • posizione lavorativa all’interno dell’istituto scolastico;
  • inquadramento;
  • anzianità di servizio. Le fasce previste sono: da o a 8 anni di esperienza, da 9 a 14 anni, da 15 a 20 anni. E ancora: da 21 a 27 anni, da 28 a 34 anni e infine dai 35 anni di anzianità in su. In generale, la media è di 14 euro di aumento al mese. 

Aumento salariale docenti: il prequel

Nel 2022 il problema del mancato stipendio docenti si è protratto a lungo nel tempo. Ed è proprio grazie ai sindacati che si è arrivati all’attuale aumento salariale.
I sindacati infatti hanno avuto ripetuto degli incontri con il MIUR per affrontare il tema della situazione di crisi dei docenti. Nel 2022 infatti il salario tardava ad arrivare. 
 
La richiesta principale mossa dai sindacati al Ministero dell’Istruzione era a riguardo della semplificazione degli aspetti amministrativi legata a contratti e stipendi dei docenti. 
La Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL) reputando l’accaduto inaccettabile, era scesa  in campo in prima persona.
 
Insegnanti, supplenti, precari, se non retribuiti in tempo, hanno a che fare con due diversi danni:
  • la mancata ricezione del salario in tempi equi e consoni;
  • l’impossibilità di accesso all’indennità di disoccupazione.
“Va definitivamente risolta la mancata interlocuzione con il sistema NoiPa del MEF, sia nell’interesse dei lavoratori, che per una piena e soddisfacente funzionalità dell’amministrazione stessa.”
 
Come abbiamo visto insieme, un anno dopo, l’appello è stato accolto.
 

Un problema italiano

In linea generale il problema dello stipendio docenti è sempre esistito sul suolo italiano. È infatti tra i più bassi d’Europa.
Una ricerca condotta da Eurodice, organo europeo di informazione sull’istruzione, ha riportato dati preoccupanti:
  • i docenti italiani guadagnano meno rispetto gli altri d’Europa;
  • l’aumento del salario è un procedimento lento;
  • solo dopo aver lavorato per 35 anni si può raggiungere il massimo consentito. Se si raggiunge questo traguardo si ha a disposizione il 50% in più dei primi stipendi. 
Ad ogni modo questi dati riportano le reali difficoltà per un insegnante di ottenere uno stipendio adeguato. Anche il tempo per progredire necessario è troppo alto. Per questo motivo in Italia solo un docente su 10 è soddisfatto del proprio salario.
 
Uno tra i problemi primari è l’inflazione in continuo aumento. In continua crescita di conseguenza il livello di povertà per insegnanti e ATA. 
L’inflazione è infatti in salita del 8,6% ed è in previsione previsto un arrivo al 10%. La crisi è la più grave vissuta nell’ultimo triennio e non è destinata a fermarsi.
 
Il caro vita aumenta sempre di più e le famiglie italiane fanno fatica ad arrivare a fine mese aumentando la gravità dell’emergenza.
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Sara Elia
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