Nuovi corsi di laurea 2021: 206 novità di prossima attivazione
Siamo arrivati anche quest’anno al periodo in cui vengono annunciate le richieste di attivazione di nuovi corsi di laurea, da parte delle Università di tutta Italia. Ogni anno, infatti, gli atenei disseminati lungo tutta la Penisola possono rivolgersi al CUN (Consiglio Universitario Nazionale), e inviare così richiesta per cominciare ad erogare, a partire dall’anno accademico successivo o da quelli che seguono, nuovi corsi di laurea per l’appunto. Le Università italiane, contrariamente a ciò che si potrebbe essere portati a pensare, non sono libere di scegliere in maniera totalmente indipendente se e quando aprire nuove facoltà, bensì sono tenute a fare riferimento al Consiglio Universitario Nazionale per poter ottenere l’autorizzazione a cominciare ad erogare dei nuovi corsi, indipendentemente dal tipo, dalla classe di laurea eccetera.
L’anno 2020 non è stato decisamente un anno facile per la stragrande maggioranza delle Università italiane, se non addirittura per ognuna di esse. L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19 ha costretto gli atenei di tutta la penisola italiana ad adottare misure di compensazione in maniera repentina, veloce ma soprattutto efficiente, così da continuare a garantire l’insegnamento ai propri studenti nel modo più efficace e simile alla normalità possibile. A livello di organizzazione e di amministrazione, un tale processo di adattamento ha avuto molto probabilmente delle conseguenze sulle ipotesi ed elaborazioni riguardo all’introduzione di nuovi corsi di laurea. Ancor di più, se considerato che le misure adottate per continuare ad erogare le lezioni in sicurezza sono dovute essere costantemente modificate, a seconda delle nuove indicazioni provenienti dal Governo italiano e dagli organi locali. Nonostante ciò, è giunta all’inizio del mese di Febbraio la notizia che sono state presentate al CUN ben 206 proposte di attivazione di nuovi corsi di laurea, per l’anno accademico che inizierà a Settembre 2021. DI seguito, più informazioni riguardo i numeri nel dettaglio, le classi di laurea più proposte, come sono cambiati i trend rispetto agli anni scorsi, e altro.
Le richieste di attivazione rispetto agli scorsi anni
Va innanzitutto specificato che, delle 206 richieste arrivate al CUN per l’anno accademico in procinto di cominciare, 14 sono in realtà richieste di revisione e messa in pratica di certe modifiche a corsi già esistenti. Questa differenziazione porta quindi il numero di richieste effettive di attivazione di nuovi corsi di laurea a 192: si tratta di un numero leggermente inferiore a quello dello scorso anno, quando si erano registrate 194 richieste per l’anno accademico 2020/2021. Una differenza piuttosto ridotta, che non va a minare quello che sembra essere un trend di crescita, nel contesto del mondo universitario in Italia, che va di pari passo con il crescente tasso di istruzione universitaria degli ultimi decenni. Basti pensare che, nel corso degli ultimi settant’anni, la percentuale di popolazione italiana in possesso di una laurea è aumentata di ben quattordici volte. Nonostante il tasso generale di istruzione del nostro Paese rimanga relativamente basso, se paragonato con altri paesi cosiddetti avanzati, questa crescita continua a far sperare. E l’espansione dell’offerta formativa, testimoniata dalla richiesta sempre elevata di attivazione di nuove facoltà e di nuovi corsi di laurea, rappresenta un ulteriore segno di interesse verso la formazione universitaria e la ricerca.
Quali sono i nuovi corsi di laurea
Tra i 206 corsi proposti, tra rivisti e nuovi, 85 rientrano nella classe degli umanistici o sociali, mentre 69 in quella delle STEM (acronimo per Science, Technology, Engineering and Mathematics) e 52 in quella delle scienze della vita: numeri abbastanza simili agli anni scorsi, ma che vedono un lieve calo delle nuove lauree umanistiche a favore di un aumento di quelle mediche, scientifiche e tecnologiche. Un cambiamento abbastanza in linea con quelli che sembrano essere i trend delle università di tutto il mondo, che tendono ad ampliare e ad investire nelle aree scientifiche, sia a livello di istruzione che di ricerca, leggermente di più rispetto ad altre.
Un dato piuttosto interessante riguarda, per concludere, le modalità di erogazione di queste lauree: solo il 28 per cento di esse, infatti, verrà erogato per via telematica. Tutte le altre saranno in presenza. Si tratta di un dato che suggerisce un’intenzione, da parte delle Università italiane, di continuare a considerare l’insegnamento in presenza come metodo più efficace ed in linea con i loro princìpi. Sarà interessante vedere come esso si evolverà, in un futuro prossimo, ma anche a lungo termine.