Medicina interna: cosa sapere per superare il Concorso SSM
La specializzazione in Medicina Interna è davvero molto ampia poiché concerne la diagnosi e il trattamento di diversi disturbi e patologie. Il tratto comune è che le malattie oggetto del medico internista però è che non necessitano di un approccio chirurgico. Tra queste per esempio frequentemente si presentano le patologie autoimmmuni e le allergie.
Per ottenere un posto in una Scuola di Specializzazione per Medicina Interna occorre come per ogni percorso di questo tipo superare un concorso. Questo viene indetto dal MIUR ogni anno a livello nazionale e si chiama concorso SSM.
Come si struttura la specializzazione in Medicina Interna
Questo percorso inizia come specificato solo dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e ha una durata pari a cinque anni. Come ogni specializzazione l’impegno richiesto ammonta a 38 ore settimanali per conseguire i 300 CFU necessari per completare la propria formazione.
In Medicina Interna data la natura ampia e variegata dei quadri clinici con cui ci si deve rapportare viene richiesta una base solida di fisiopatologia. Gli specializzandi devono apprendere come interpretare i fenomeni clinici alla luce del quadro generale. Soprattutto a livello delle relazioni fisiopatologiche fra gli apparati e i diversi organi.
L’aspetto dell’interpretazione delle analisi di laboratorio è il cuore della specializzazione in Medicina Interna, insieme alla scelta delle indagini da svolgere. Ne fanno parte la diagnostica per bioimmagini, quella dei campioni prelevati in endoscopia e gli esami di istologia patologica. La prima di queste in particolare richiede parecchia pratica per interpretare le scansioni.
Un altro esame con cui gli specializzandi devono familiarizzare presto è l’ecocolordoppler, con cui si monitorano i vasi sanguigni e il relativo flusso ematico. In questo modo per chi è affetto da patologie cardiovascolari è facile individuare la presenza di trombi o aneurismi prima che diano grossi problemi.
Anche lo studio delle terapie farmacologiche occupa una grossa parte della formazione del medico internista. Ma soprattutto essendo la Medicina Interna una branca generica gli specializzandi devono apprendere come distinguere i casi di competenza da quelli da reindirizzare. La cooperazione con gli altri reparti si mostra quindi fondamentale.
Come si svolge il concorso SSM
Questa prova nell’anno corrente si è tenuta da postazione computer e non più in presenza, anche per la situazione epidemiologica in corso. Ha avuto luogo il 26 luglio 2022 e la prima graduatoria è arrivata l’11 agosto. A settembre i candidati comunicheranno le loro preferenze per la sede dove frequentare Medicina Interna o una delle altre Specializzazioni.
La prova comprende una parte di domande comuni per tutti i candidati e una parte specifica per la specializzazione scelta. Per Medicina Interna sono frequenti al concorso SSM i quesiti relativi alla diagnosi e ai sintomi delle malattie reumatiche come l’artrosi o l’artrite deformante. Si spazia però anche fino ai disturbi circolatori o ad alcune forme di tumore.
In diverse domande vengono presentate delle condizioni fisiopatologiche da associare alla patologia che le provoca. Ad esempio la porpora trombotica, la piuria o la cianosi emoglobinica. Più rari sono i quesiti che riguardano le terapie farmacologiche, mentre spesso è richiesto di associare i i fattori di rischio alle malattie che possono insorgere, come l’obesità o l’aterosclerosi.
Ogni domanda presente nella prova del concorso SSM chiede di rispondere scegliendo fra cinque opzioni già date, di cui una sola è quella corretta. S la risposta data è corretta allora vale 1 punto, se si sbaglia si perdono 0,25 punti, sottratti in seguito al punteggio finale. Se il quesito viene lasciato in bianco invece non si subisce alcuna penalità.
Punteggio per i titoli del concorso SSM
Per Medicina Interna in media non serve un punteggio altissimo al concorso per aggiudicarsi un posto di specializzazione. Conta però anche dove si sostiene il percorso formativo e un risultato sopra la media aiuta a poter accedere alle sedi migliori. Quindi meglio fare bene i calcoli per capire come si finirà posizionati in graduatoria.
Oltre al punteggio della prova ai candidati possono essere assegnati altri sette punti per i titoli. In particolare:
- Tre punti per la media universitaria del percorso di studi in Medicina e Chirurgia. Per riuscire ad averli tutti questa deve risultare pari se non superiore a 29,5/30. Se la media è pari a 27/30 si può ottenere il bonus minimo, ossia mezzo punto. Sotto questo valore non si ottiene alcun punto.
- Due punti per un dottorato o una tesi sperimentale inerenti la specializzazione scelta, Medicina Interna in questo caso. La tesi vale 0,5 punti, mentre il dottorato vale un punto e mezzo.
- Due punti per il voto ottenuto al momento della laurea. Entrambi però si possono prendere solo nel caso in cui il candidato abbia avuto non solo il punteggio massimo ma anche la lode accademica.
Le migliori sedi per Medicina Interna
- Scuola di Specializzazione di Bologna. Il reparto dell’Ospedale Maggiore tratta in particolare le epatopatie acute croniche e i tumori primitivi e secondari del fegato. La maggior parte dei pazienti in degenza inoltre presentano neoplasie o sono fortemente a rischio per svilupparne. Per monitorarle si utilizzano diverse tecniche di ecografia.
- Scuola di Specializzazione in Medicina Interna di Padova. Un ottimo reparto è quello dell’Ospedale di Cittadella, in provincia di Padova e abbastanza vicina al centro universitario. Si presenta diviso in due sezioni ed è specializzato nelle malattie oncoematologiche oltre che delle patologie ossee come l’osteoporosi.
- Scuola di Specializzazione del Campus Bio-Medico di Roma. Il Policlinico Universitario dove fanno pratica gli specializzandi ha un ottimo reparto specializzato nelle malattie cardiocircolatorie e celebro-vascolari. Tratta inoltre diversi disturbi respiratori in forma cronica come l’asma o la bronchite cronica.