Matrice Eisenhower: come stabilire le priorità dei tuoi compiti
La matrice Eisenhower permette di definire le priorità maniera ragionevole, ottimizzare la gestione del tempo e raggiungere i propri obiettivi. I compiti devono infatti essere elaborati il più rapidamente possibile stabilendo delle priorità che non lascino indietro le questioni urgenti.
Scopriamo insieme come!
Matrice Eisenhower: che cos’è e come funziona
- urgente e importante: priorità. Da portare a termine immediatamente, altrimenti gli obiettivi prefissati non vengono raggiunti;
- importante ma non urgente: da portare a termine per raggiungere i propri obiettivi, ma con una scadenza posticipabile;
- urgente ma non importante: da chiudere tempestivamente ma delegabile ad altri;
- non urgente e non importante: per niente o poco rilevanti per raggiungere gli obiettivi. Se rimane poco tempo, possono essere lasciati incompiuti.
Matrice Eisenhower: vantaggi e punti di debolezza
Come abbiamo visto finora seguire la Matrice Eisenhower suggerisce di:
- svolgere prima i compiti importanti e urgenti;
- dedicarsi ai progetti ugualmente importanti, ma meno urgenti;
- delegare a altri o abbandonare del tutto compiti meno importanti.
Di certo, esistono molti vantaggi, tra cui principalmente:
- migliorare la gestione del tempo;
- avere una definizione delle priorità chiara;
- realizzare i progetti più importanti per primi.
Esistono però anche alcuni lati ombra, ad esempio:
- difficoltà nel valutare correttamente l’importanza di un compito;
- delega delle task a dipendenti sbagliati che non li completano in modo adeguato;
- distribuzione non uniforme dei compiti solo a poche persone o dipartimenti.
Altri consigli utili da seguire per non perdere tempo inutilmente possono essere:
- alternare momenti di alta concentrazione ad alti di pausa. Liberare la mente è fondamentale per rendere al meglio;
- evitare momenti di ozio digitale. Social network e simili spengono il cervello e, invece di distrare, rubano energie;
- evitare di pianificare in modo eccessivo ogni attività. Ad un certo punto è necessario un inizio;
- iniziare con le attività più difficili. La mente all’inizio è più fresca e reattiva;
- suddividere la mole di lavoro in micro-attività definite. In questo modo il tutto sarà più gestibile e controllabile.
L’analisi ABC: di cosa si tratta
- A: estremamente importante e urgente. Dovrebbe essere portato a termine quando la concentrazione e la produttività del dipendente è al massimo;
- B: importante ma non urgente. Può essere elaborato nei momenti in cui la capacità di concentrazione diminuisce;
- C: meno importanti e di routine. Da svolgere solo quando A e B sono stati portati a termine.
Perché si procrastina?
Quando gli impegni si moltiplicano procrastinare diventa l’unica soluzione apparente. Doveri lavorativi e sociali, attività da svolgere, competenza da assumere: tutto questo e molto altro rendono la gestione del tempo complicata. Come risultato otteniamo però conseguenze deleterie bloccandoci. Ci rifiutiamo, in modo più o meno consapevole, di andare avanti.
Le motivazioni per cui lo facciamo, possono essere racchiuse nelle seguenti macro-aree:
- pigrizia: in linea generale, l’istinto dell’uomo è pigro. Non è programmato per le incombenze della moderna quotidianità. Quando si perde la capacità di gestione e controllo ci si allontana dagli obiettivi;
- mancanza di motivazione: la forza di volontà è fondamentale. Se si ha una routine ben chiara viene spontaneo rispettarla, a prescindere dai compiti da svolgere;
- timore dell’insuccesso: la procrastinazione nasce dove non ci si sente sicuri delle proprie abilità. Ma chi non fa non sbaglia. Lo sbaglio fa parte della vita e della crescita personale. Non è un marchio indelebile che definisce una persona;
- distonia dal proprio sistema di valori: a volte il motivo è non credere in ciò che si fa perché non è allineato con le proprie credenze. In questo caso la domanda da porsi è: come siamo arrivati a doverlo fare? La soluzione è solo una. O si cambia sistema di valori o si cambia attività.