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Lavoro da remoto: quanto è effettivamente “smart”?

Lavoro da remoto: quanto è effettivamente “smart”?

Lavoro da remoto quanto effettivamente smart
  • Alessia Seminara
  • Agosto 6, 2023
  • News
  • 4 minuti

Lavoro da remoto: quanto è effettivamente "smart"?

Indubbiamente, l’avvento del Covid-19 ha anticipato i tempi: il lavoro da remoto, complice la pandemia, ha preso il sopravvento. Sebbene in molti casi lavoratori e aziende si siano trovati impreparati, in alcune realtà il lavoro da casa, conosciuto anche come smart working, aveva già guadagnato la propria popolarità.

Poter lavorare ovunque, magari direttamente da casa, ha effettivamente molti vantaggi. Innanzitutto, un lavoratore agile ha la possibilità di avere maggiori libertà e flessibilità. Non deve infatti recarsi fisicamente presso la sede di lavoro e può svolgere le proprie mansioni anche quando si trova lontano.

Ma quanto c’è di effettivamente smart nel lavoro da remoto? Quali sono le criticità connesse strettamente a questa opzione che sta prendendo sempre più piede? Le analizzeremo insieme: in questo articolo entreremo nei dettagli di questa modalità lavorativa, analizzandone sia i pro e i contro, sia le criticità da affrontare.

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Lavoro da remoto, perché viene definito “smart”?

Facciamo un passo indietro, innanzitutto, nel tentativo di comprendere di cosa stiamo parlando con esattezza.

Con “lavoro da remoto” intendiamo una modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, che non viene effettuata presso la sede fisica dell’azienda o dello studio professionale. Il luogo di lavoro può essere scelto a discrezione del lavoratore.

Ovviamente, per potersi realizzare, il lavoro smart ha bisogno di supporti e tecnologie digitali, affinché la comunicazione e la collaborazione a distanza si possano concretizzare.

Ma perché il lavoro da remoto viene definito “smart”, ossia intelligente? Lo smart working offre molteplici vantaggi, non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende.

Per lungo tempo, tale modalità di svolgimento lavorativo è stata celebrata in quanto consente di conciliare meglio il lavoro con la vita privata, dato che gli spostamenti vengono ridotti o addirittura azzerati.

Anche datori di lavoro e aziende, da canto loro, possono contare su tutta una serie di benefici dati dal lavoro da remoto. Primo fra tutti, l’aumento della produttività dei lavoratori. Inoltre, lo smart working consente di ridurre i costi operativi aziendali.

Pro e contro del lavoro agile

Passando all’analisi di vantaggi e svantaggi del lavoro da remoto, la principale attrattiva dello smart working è strettamente legata alla flessibilità.

Il lavoro smart permette di gestire gli orari di lavoro in maniera più autonoma e decisamente meno rigida.

In più, lavorare da casa significa evitare gli spostamenti quotidiani verso il luogo di lavoro. Cosa che comporta non solo un risparmio economico sugli spostamenti, ma anche un maggior rispetto dell’ambiente.

Le emissioni di anidride carbonica, se tutti lavorassero in smart working, verrebbero notevolmente ridotte.

Infine, è stato concluso da alcune recenti ricerche che il lavoro da remoto è in grado di aumentare la produttività dei dipendenti.

Non mancano, però, gli svantaggi del lavoro smart: innanzitutto, quello legato alla mancanza di interazione sociale.

Lavorare da casa può portare a una sensazione di isolamento e solitudine, poiché mancano le opportunità di interagire faccia a faccia con colleghi e supervisori.

Inoltre, in epoca Covid molte aziende si sono dimostrate impreparate di fronte a questa modalità di espletare le mansioni lavorative. Purtroppo, senza un’adeguata organizzazione, i lavoratori rischiano di non riuscire ad organizzare in maniera ottimale il lavoro da remoto. Spesso, in aggiunta, mancano i mezzi adeguati a effettuare una supervisione dei lavoratori.

Infine, lo smart working spesso rende meno netti i confini tra vita privata a lavoro: si rischia dunque di non riuscire a bilanciare i due aspetti della vita.

Questa tipologia di lavoro è davvero smart?

In base a quanto detto fino ad ora, è indubbio che il lavoro da remoto possa portare con sé delle criticità. Per questo è lecito chiedersi quanto, effettivamente, sia davvero “smart” lavorare da casa.

In realtà, soprattutto adesso che la pandemia si è conclusa, ci si è resi conto che lo smart working può nascondere delle insidie. Insomma, non è tutto oro quello che luccica.

Sebbene inizialmente ci si fosse concentrati solamente sui vantaggi di questa opzione, adesso il lavoro da remoto sta mostrando il proprio vero volto.

Un volto fatto di isolamento sociale, mancanza di coesione del gruppo di lavoro, svantaggi in termini economici. Pensiamo, ad esempio, a tutti coloro che, per recarsi al lavoro, prendevano il taxi o utilizzavano l’auto.

Lavorare da casa permette loro di risparmiare, ma ha effetti profondamente negativi per coloro che lavorano nel mondo dei trasporti. Giusto per fare un esempio, per i tassisti di professione.

Senza contare, poi, l’aspetto umano che abbiamo già considerato. In smart working è difficile effettuare una supervisione diretta. Così come è difficile interagire coi colleghi, potendo contare su scambi positivi durante le pause o tra un lavoro e l’altro.

L’aspetto relazionale: quando lo smart working causa isolamento

Il lavoro da remoto non può essere considerato smart nel caso in cui comporti isolamento sociale. La mancanza di presenza fisica dei colleghi può in effetti comportare un senso di isolamento, che influisce negativamente sullo stato mentale del lavoratore.

Senza la possibilità di incontrare i colleghi e mantenere con loro una relazione reale, il lavoratore può disconnettersi totalmente dalla realtà e affrontare dei vissuti di stress e ansia.

Per ottenere il massimo vantaggio dal lavoro da remoto e renderlo davvero smart, dunque, è importante bilanciare i pro e i contro e affrontare le criticità.

Innanzitutto, la salute mentale dei lavoratori smart deve avere un ruolo di primo piano. Oltre alla creazione di routine di lavoro che tengano conto del necessario riposo, è importantissimo fornire una rete di supporto in grado di superare il senso di isolamento proprio del lavoro da remoto.

Inoltre, è fondamentale che l’attività lavorativa venga svolta nel migliore dei modi. Il luogo di lavoro deve essere ricreato in maniera adatta, mediante l’utilizzo di ausili, supporti e strumenti idonei.

Infine, anche se da remoto, l’interazione tra i colleghi va comunque mantenuta. Gli scambi sociali, i feedback e le relazioni rappresentano in ogni caso una componente imprescindibile del lavoro. Che si tratti di una mansione svolta in sede fisica o meno, poco cambia. I contatti con colleghi, manager o supervisori vanno mantenuti sempre e comunque, sia per mantenere la qualità del lavoro svolto, sia per contrastare il senso di isolamento.

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Alessia Seminara
Alessia Seminara
Copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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