Lavoro accessorio: cos’è, a chi è rivolto e quali sono le opportunità
Il lavoro accessorio è una prestazione lavorativa molto in voga nella nostra epoca.
Cerchiamo di capire meglio insieme di cosa si tratta esattamente!
Indice
Che cos’è il lavoro accessorio
Viene chiamato lavoro accessorio quell’insieme di prestazioni lavorative non riconducibili alle tipiche tipologie contrattuali. È caratterizzato da:
- prestazioni brevi, saltuarie ed occasionali;
- pagamento attraverso voucher;
- limite economico massimo di 5000€ netti nell’arco di un anno;
- retribuzione tramite Inps.
Un committente, ossia il datore di lavoro, assegna uno specifico lavoro al collaboratore prestatore del lavoro. Il pagamento conseguente avviene tramite voucher nominali dal valore di 10€ lordi da cui bisogna togliere:
- assicurazione delle minime tutele previdenziali del 13% (Inps);
- assicurazione delle minime tutele assicurative del 7% (Inail);
- quota di commissione sempre all’Inps del 5%.
Sono invece esclusi:
- contribuzione alla gestione separata Inps;
- compenso ai concessionari per la gestione del servizio;
- assicurazione Inail.
Merito della creazione di questa nuova tipologia di prestazione lavorativa è di certo la trasformazione digitale in atto. Si sono infatti create nuove professioni e maggiori opportunità lavorative.
I lati positivi del lavoro accessorio valgono sia per i committenti che i professionisti che eseguono il lavoro. Il datore può infatti utilizzare collaboratori con estrema flessibilità. E il prestatore è retribuito con un compenso che è:
- esente da imposte fiscali;
- assicurato per infortuni e malattie);
- non incide sulla posizione di disoccupato;
- cumulabile con i trattamenti pensionistici.
Che tipologia di contratto è?
Il contratto di lavoro accessorio viene stabilito dalla legge 96/2017. Questa infatti regola le attività lavorativa non svolte in maniera continuativa.
Può accedere a tale tipologia di contratto solo:
- chi è registrato sul sito dell’Inps nella sezione “prestazioni di lavoro occasionale e libretto di famiglia”;
- siano comunicati da parte del datore di lavoro i dati del collaboratore, data d’inizio e fine della collaborazione, oggetto e luogo della prestazione e compenso pattuito. Nel caso in cui non si rispetti tale obbligo di comunicazione la multa è all’incirca pari a 2.500€;
- siano comunicati da parte del collaboratore: contratto, eventuale stato di disoccupazione e appartenenza a fasce protette o under 25.
La retribuzione minima del contratto di lavoro accessorio è di 10€ lordi. Quella massima può arrivare fino a 5000€ netti all’anno. Nel caso in cui si superassero 280 ore all’anno, il contratto si deve modificare in tempo pieno. Il collaboratore in questo caso diventerebbe vero e proprio dipendente.
Tale tipologia di contratto è inoltre ad oggi sottoscrivibile in modalità completamente telematica. Sia per quanto riguarda l’attivazione che la gestione nel tempo. In questo modo la piattaforma Inps può garantirne la completa tracciabilità.
Tipologia di professionisti a cui si rivolge
Il lavoro accessorio è molto utile ai giorni nostri per una vastità di professioni:
- possessori di partita IVA;
- lavoratori con contratto determinato o indeterminato, a patto che non sia il medesimo datore sotto cui hanno già un contratto;
- studenti;
- lavoratori domestici;
- inoccupati o disoccupati;
- pensionati senza pensione d’invalidità;
- percettori di cassa integrazione, Aspi o Naspi, con il limite dei 3000€ annui.
Tutti i collaboratori possono svolgere lavori accessori con un limite di guadagno di 7.000 € annuali. Il limite di chi invece è in cassa integrazione o giova di misure di sostegno del reddito si abbassa a 3000€ all’ anno.
Tra i committenti e/o datori di lavoro principali urge invece citare i principali:
- professionisti e imprenditori commerciali;
- imprese del settore edile;
- enti locali e pubblici;
- privati;
- appalti.
Avvalersi di questa tipologia contrattuale è inoltre un’ottima soluzione per:
- arrotondare lo stipendio;
- lavorare come freelance, con tutti i vantaggi che ne conseguono;
- provare ad intraprendere la strada di imprenditore online.
Le piattaforme ad oggi maggiormente utilizzate per mettere in contatto committente e prestatore sono:
- Fiverr: a livello mondiale permette di entrare in contatto con aziende grazie al telelavoro;
- Freelancer.com: i freelance propongono progetti e le aziende individuano quello che sta cercando;
- Upwork: la miglior soluzione per chi è alle prime armi grazie al pubblico eterogeneo.
I lavori accessori ad oggi più remunerativi
La maniera tradizionale di lavorare, come sappiamo, si è modificata di molto per via delle nuove tecnologie. Anche la pandemia di COVID-19 ha aiutato questa evoluzione verso il digital. Ad oggi infatti le opportunità lavorative sono molteplici, soprattutto nel mondo digitale:
- copywriter: scrivere contenuti persuasivi al fine di far compiere agli utenti determinate azioni. Come lavoro accessorio è molto ricercato da aziende che vogliono sviluppare una comunicazione web efficace. Molti business si sono trovati infatti in difficoltà nell’ affrontare gli utenti online;
- consulente online: libero professionista in affiancamento di aziende. Il lavoro non è di certo semplice in quanto si tratta di trasmettere competenze (professore, un coach e cosí via). I business vivono la trasformazione digitale e hanno bisogno di qualcuno che supporti il destreggiarsi nella Rete.In quest’ambito non esistono ad ora norme stringenti ed è importante aggiornarsi costantemente;
- venditori di prodotti tramite i diversi canali social: è necessario sapersi destreggiare tra gli e strumenti del Digital Marketing. Creare video, webinar ed e-book è di certo di grande aiuto. Così come sapersi mostrare al target giusto nel momento giusto. Servizi e prodotti digitali sono un business in forte crescita.
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