Laboratori e coding per i più piccoli: stimolare le Stem dall'infanzia
Tra gli obiettivi del PNRR, come in molti sapranno già, c’è quello dell’introduzione delle discipline cosiddette STEM fin dalla tenera età. Anche la Legge di Bilancio 2023 ha in un certo senso seguito l’orientamento voluto dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Coding, laboratori e altre attività per l’apprendimento delle materie scientifiche approderanno nella scuola dell’infanzia e, qualora già presenti, tali attività verranno potenziate.
L’insegnamento delle materie STEM non dovrà però passare solo dalla scuola: oltre che in classe, per l’apprendimento di determinate abilità progetti di coding e laboratori non potranno esaurirsi all’attività in classe.
È previsto infatti anche l’aiuto attivo dei genitori e delle famiglie.
Materie STEM: laboratori e progetti di coding in classe
Secondo quanto stabilito dalla stessa Legge di Bilancio 2023, ovviamente in accordo col Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, entro il 30 giugno 2023 sono state definite le nuove linee guida per l’introduzione di laboratori, di progetti di coding e altre attività, scolastiche ed extra-scolastiche, atte a potenziare gli apprendimenti relativi alle discipline STEM negli alunni, già dalla scuola dell’infanzia.
Entro la data appena indicata, infatti, era necessario presentare il Piano triennale relativo alla formazione scolastica di primo e secondo livello.
Ad oggi, comunque, nonostante l’impegno del Governo e delle scuole, nella maggior parte dei casi i progetti che mirano all’apprendimento del coding e i laboratori mirati sono riservati alle scuole secondarie. In alcuni casi, anche le scuole dell’infanzia e la scuola primaria hanno ideato dei progetti deputati all’apprendimento delle discipline STEM in tenera età.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi si tratta di progetti che avvengono come attività aggiuntive, fuori dall’orario scolastico.
Cosa sono le discipline STEM
Non abbiamo però ancora chiarito quali sono le discipline STEM e quali sono con esattezza. In realtà, STEM non è altro che un acronimo, che riguarda delle materie accademiche tra loro correlate.
STEM infatti sta per:
- Scienze, ossia tutte le materie scientifiche, dalla biologia alla fisica; si tratta di tutte quelle materie che ci servono per studiare il mondo, analizzando i fenomeni e quantificandoli a mezzo di dati.
- Tecnologia, che racchiude tutte quelle discipline che si avvalgono di strumenti e tecniche per la soluzione dei problemi; tra queste discipline abbiamo ad esempio meccanica, informatica, robotica.
- Ingegneria (la E proviene dall’inglese Engineering), che ovviamente ingloba al suo interno tutti quegli insegnamenti che hanno lo scopo di progettare oggetti, strutture e dispositivi necessaria alla società per il benessere.
- Matematica, ossia la scienza che fornisce gli strumenti per la soluzione di problemi di vario genere mediante l’utilizzo dei dati.
Si tratta di tutte quelle discipline necessarie per lo sviluppo armonico della società, mediante le quali è possibile migliorare la vita quotidiana, facendo ricordo a tecnologie e invenzioni.
Dato che si tratta di discipline tanto importanti, è impossibile pensare di non introdurre coding, laboratori e apprendimento delle STEM alla scuola dell’infanzia.
La propensione dei bambini per le STEM
Tra l’altro, anche senza rifarci ad autorevoli studi di settore, i bambini mostrano spesso una propensione alle discipline STEM. La curiosità tipica dei bambini di età prescolare o di quelli che frequentano la scuola dell’infanzia è un terreno fertile per avvicinare i piccoli alle discipline scientifiche.
E accade non di rado che la naturale curiosità infantile verso il mondo ed i suoi fenomeni si affievolisca andando avanti con l’età (e con gli studi).
Il fatto che le discipline STEM siano scelte all’Università soltanto da 6,7% degli studenti laureati (contro una media europea che si aggira intorno al 13%) non è affatto un caso. Molto probabilmente anche perché non alimentata a livello scolastico, la propensione per le STEM si spegne. Alimentare la curiosità infantile potrebbe, al contrario, orientare i futuri studenti verso studi scientifici.
Cosa significa apprendere coding durante la scuola dell’infanzia
Alimentare la curiosità dei piccoli è però possibile solamente mediante l’introduzione delle materie STEM fin dalla scuola dell’infanzia. Ma cosa significa apprendere coding e organizzare laboratori atti a potenziare le conoscenze STEM dei bambini?
Innanzitutto, vuol dire adottare una metodologia partecipativa: tutti i bambini, in classe, dovranno partecipare attivamente all’apprendimento. Un apprendimento, tra l’altro, basato sulle indagini, ma anche sulla collaborazione con gli altri.
Coinvolgere e collaborare diventano degli imperativi in classe. E, tra le altre cose, apprendere “sul campo” è molto utile perché le STEM si basano sul pratico e sull’osservabile.
Attuare gli insegnamenti appresi e verificarli coi propri occhi permetterà non solo al bambino uno sviluppo della creatività, ma anche del pensiero critico.
L’importanza di laboratori, coding e altri progetti per il futuro degli alunni
È ovviamente attraverso il gioco che i bambini dovranno sviluppare le abilità di coding ed il cosiddetto pensiero computazionale. Ovviamente, a questa tenera età, non si può pretendere che il bambino impari a programmare realmente, con l’ausilio di dispositivi informatici.
È importantissimo avvicinare i bambini alle materie STEM favorendo le attività ludiche che prevedano il coinvolgimento di pensiero critico e motricità.
In quest’ottica, attività basate su input di comando a cui l’alunno deve dare una risposta motoria rappresentano un’ottima base di partenza.
Attività come queste e introduzione di laboratori STEM sono fondamentali per il futuro dei giovanissimi alunni.
Non solo per lo sviluppo della creatività e del pensiero analitico e divergente: le scienze formeranno i giovani di domani. Coloro, cioè, che in futuro creeranno nuove invenzioni e svilupperanno nuove tecnologie.
Non solo a scuola: l’apprendimento delle STEM in famiglia
Come accennavamo in apertura, avvicinare i bambini della scuola dell’infanzia alle STEM non è compito esclusivo delle scuole. Accanto ai laboratori, alle attività per l’apprendimento del coding, ai progetti che prevedono la partecipazione dell’intero gruppo classe, il ruolo delle famiglie è cruciale.
Soprattutto per quel che concerne un determinato aspetto: quello delle differenze di genere.
È infatti indubbio che, all’interno di quella esigua percentuale di laureati STEM che si registra in Italia, le ragazze rappresentano una piccolissima minoranza.
Alle famiglie spetta l’arduo compito di aiutare le scuole alla cultura della scienza, non solo come disciplina per ragazzi, ma aperta anche al sesso femminile.
L’apprendimento delle materie STEM va incoraggiato quindi anche nelle ragazze. E tale incoraggiamento deve iniziare dall’infanzia per essere significativo per superare adeguatamente gli stereotipi di genere.