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Interpello docenti, le disposizioni dell’Ordinanza Ministeriale 88 del 2024

Interpello docenti, le disposizioni dell’Ordinanza Ministeriale 88 del 2024

interpello docenti - disposizioni ordinanza ministeriale
  • Laura Danesi
  • 14 Settembre 2024
  • Scuola e università
  • 6 minuti

L'Ordinanza Ministeriale 88 del 2024 per gli interpelli docenti

L’interpello docenti è uno strumento regolamentato dall’Ordinanza Ministeriale n. 88 del 2024, che introduce nuove disposizioni volte a favorire la copertura dei posti vacanti nelle scuole italiane, in particolare nelle aree più difficili o disagiate.

Questo sistema permette di chiamare i docenti che non hanno accettato un incarico tramite la normale procedura di nomina, ma che potrebbero essere interessati a ricoprire un determinato ruolo in base a criteri specifici. L’ordinanza mira a migliorare l’efficienza nella gestione del personale scolastico, riducendo le carenze di organico e migliorando la qualità dell’insegnamento.

Indice
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Interpello docenti: che cos’è

L’interpello docenti è una procedura che consente agli Uffici Scolastici Regionali (USR) di invitare i docenti a presentare la propria disponibilità per coprire un posto vacante in una scuola specifica.

Si tratta di una sorta di “seconda opportunità” per quei docenti che, per vari motivi, non hanno preso servizio tramite le consuete procedure di assegnazione delle supplenze o dei posti a tempo indeterminato.

Supplenze scuole: obiettivi dell’interpello

Le supplenze nelle scuole avvengono per svariate motivazioni. In primo luogo per garantire la copertura dei posti vacanti, specialmente in discipline o aree geografiche dove l’assegnazione del personale risulta particolarmente problematica. Questo fenomeno si verifica in zone rurali, montane o comunque svantaggiate, dove spesso i docenti non sono disposti a trasferirsi.

Semplificare la gestione delle risorse umane nel sistema scolastico, evitando che posti rimangano scoperti per lunghi periodi, con conseguente disagio per studenti e famiglie.

Ridurre la disoccupazione involontaria tra i docenti, che, pur essendo inseriti nelle graduatorie, non riescono a ottenere incarichi per una serie di motivi, come la lontananza geografica o la preferenza per scuole più vicine.

Accrescere la qualità dell’insegnamento, cercando di creare un sistema più efficiente e trasparente di copertura dei posti vacanti.

Novità introdotte dall’Ordinanza Ministeriale 88/2024

L’Ordinanza Ministeriale n. 88 del 2024 ha introdotto alcune innovazioni rispetto al passato. L’ordinanza prevede che, se un posto vacante non può essere coperto a livello regionale, si possa procedere con un interpello a livello nazionale. Questo significa che i docenti di tutta Italia possono essere chiamati a ricoprire posizioni vacanti in altre regioni, incentivando così la mobilità professionale. Per facilitare questo processo, vengono previste delle forme di supporto, come incentivi economici per il trasferimento.

L’ordinanza stabilisce che, nel caso in cui non vi siano candidati disponibili nella regione dove è situata la scuola, entro 30 giorni dall’inizio dell’anno scolastico, l’USR potrà attivare la procedura di interpello. Le candidature dovranno pervenire entro una scadenza prestabilita, generalmente entro 7 giorni dalla pubblicazione dell’avviso di interpello.

L’interpello viene gestito seguendo un preciso ordine di priorità. Prima vengono interpellati i docenti già inseriti nelle graduatorie a esaurimento e in quelle di merito dei concorsi. L’USR, successivamente, può contattare i docenti inseriti nelle graduatorie di istituto. In assenza di risposte, si può procedere con il reclutamento di personale dalle MAD (messe a disposizione).

Uno degli elementi più innovativi dell’ordinanza è l’introduzione di incentivi economici e professionali per i docenti che accettano l’interpello. Tra questi troviamo:

  • bonus di mobilità, un contributo economico per coprire le spese di trasferimento;
  • punti aggiuntivi per le graduatorie future, sia a livello di concorso sia di graduatorie interne.
  • accesso prioritario a corsi di formazione o aggiornamento professionale;
  • supporto logistico, in determinate situazioni soprattutto per le aree più disagiate, è previsto un aiuto logistico per l’alloggio temporaneo.

MAD scuola: che cos’è

La MAD (messa a disposizione) è uno strumento che consente ai docenti, e anche al personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario), di proporsi spontaneamente alle scuole per svolgere incarichi di supplenza.
È molto utilizzato da chi non è inserito nelle graduatorie provinciali o d’istituto, come ad esempio i neolaureati, i laureati senza abilitazione o coloro che hanno deciso di candidarsi in regioni diverse da quelle in cui risiedono. È un modo per aumentare le opportunità di lavorare come supplente e accumulare esperienza nel mondo dell’insegnamento.

La MAD, in sintesi, rappresenta una via d’accesso più flessibile e diretta per chi vuole lavorare nel mondo scolastico, anche senza essere iscritto alle graduatorie.

MAD: come funziona

L’invio della MAD segue una procedura relativamente semplice. La domanda di MAD deve essere compilata inserendo i propri dati personali, titoli di studio, esperienze professionali e la materia o classe di concorso per cui ci si candida. È importante specificare il grado scolastico (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo o secondo grado) e la tipologia di supplenza (brevi o annuali).

La MAD può essere inviata a una o più scuole sul territorio nazionale, senza un limite massimo. È consigliabile concentrarsi su una zona specifica per aumentare le possibilità di essere chiamati.

La domanda può essere inviata tramite posta elettronica certificata (PEC), email ordinaria o attraverso appositi portali online messi a disposizione da alcune scuole o piattaforme dedicate. L’invio tramite PEC è preferibile perché garantisce una maggiore formalità e tracciabilità.

Dopo l’invio, se la scuola necessita di supplenti e non riesce a trovarli nelle graduatorie, può contattare i candidati che hanno inviato la MAD. La chiamata può avvenire in qualsiasi momento dell’anno scolastico.

Differenza tra MAD e interpello

La MAD e l’interpello sono due procedure diverse.

La MAD è una domanda spontanea che i docenti possono inviare alle scuole per offrirsi volontari in caso di necessità; l’interpello, invece, è una procedura formale e regolata dalle autorità scolastiche per la copertura di posti vacanti quando non si trovano docenti disponibili nelle graduatorie.

Differiscono anche sulle tempistiche:

  • l’interpello segue tempistiche e ordini di priorità ben definiti;
  • la MAD è una soluzione meno strutturata, attivabile in qualunque momento.

La MAD può essere inviata da chiunque abbia il titolo di studio adeguato per l’insegnamento, inclusi i docenti non inseriti nelle graduatorie, neolaureati o insegnanti senza abilitazione. L’interpello, invece, si rivolge principalmente a docenti già inseriti nelle graduatorie che, in caso di necessità, vengono contattati direttamente. Solo se non si trovano candidati idonei nelle graduatorie si può estendere la chiamata a chi non è iscritto.

Anche la finalità è diversa. La MAD è uno strumento informale usato dai docenti per aumentare le proprie opportunità di ottenere incarichi di supplenza in una o più scuole. L’interpello ha l’obiettivo di risolvere situazioni di emergenza e coprire posti vacanti a livello nazionale o regionale, garantendo la copertura delle cattedre anche in aree dove è difficile trovare docenti.

Le criticità dell’interpello

L’interpello docenti, infatti, presenta alcune criticità.

La scarsa disponibilità dei docenti a spostarsi è la più diffusa, soprattutto quando si tratta di aree remote o disagiate.
Un altro problema riguarda i tempi lunghi e la complessità burocratica della procedura. L’interpello segue un iter formale che può richiedere settimane per essere completato, soprattutto se si deve estendere la ricerca a livello nazionale. Questo può causare ritardi nella copertura delle cattedre, lasciando le scuole senza insegnanti per periodi prolungati.

La questione dei sacrifici personali e familiari è un altro punto dolente. Accettare un incarico tramite interpello può significare doversi allontanare dalla propria famiglia o affrontare difficoltà logistiche legate al trasferimento. Per molti docenti, soprattutto quelli con figli o impegni familiari, questo rappresenta un ostacolo significativo.
Gli incentivi offerti, infine, potrebbero non essere sufficienti a rendere queste posizioni più appetibili.

Se da un lato i bonus economici o i vantaggi professionali possono attirare alcuni insegnanti, dall’altro non sempre compensano gli svantaggi di vivere e lavorare in contesti difficili.

Interpello docenti: gestione più efficiente con l’ordinanza ministeriale

L’Ordinanza Ministeriale n. 88 del 2024 rappresenta un passo avanti nel tentativo di rendere più efficiente la gestione del personale scolastico, attraverso il sistema dell’interpello. Se ben implementato, questo strumento potrà contribuire a ridurre le carenze di organico nelle scuole italiane, soprattutto in quelle aree che tradizionalmente faticano a trovare docenti disponibili.

Il successo dell’iniziativa, quindi, dipenderà anche dalla capacità di attrarre docenti verso le posizioni vacanti, grazie a incentivi adeguati e a una gestione efficiente del processo.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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