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Interior Designer: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

Interior Designer: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

interior designer chi e cosa si occupa come diventarlo
  • Nausicaa Tecchio
  • 2 Giugno 2022
  • Professioni
  • 4 minuti

Interior Designer: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo

L’Interior Designer è un professionista che si può definire un connubio di abilità tecniche e spirito artistico. In molti casi a svolgere questo ruolo sono gli stessi architetti che sviluppano la struttura per intero ma da alcuni anni è nata la figura più specifica per quanto riguarda gli spazi interni. Per questo mestiere occorre unire comfort ed estetica e soprattutto comprendere le esigenze del cliente.

Ecco come si può diventare Interior Designer, detto anche Architetto d’Interni.

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Che cosa fa un Interior Designer

Progettare gli spazi indoor richiede molto lavoro. Bisogna scegliere come posizionare gli arredi e i mobili nelle diverse stanze mantenendo uno stesso stile o variandolo. Molti tendono a pensare che gli Interior Designer si concentrino solo sulle abitazioni private ma spesso la sua opera è richiesta all’interno di uffici e alberghi. Anche le scenografie per fiere o eventi particolari sono in genere affidate a questo professionista. 

Gli obiettivi da realizzare sono l’ottimizzazione dello spazio e l’armonizzazione dei diversi elementi che compongono l’arredo. Quando viene chiamato il professionista può ritrovarsi sia a rivisitare un arredamento venuto a noia sia a dover progettare tutto da zero. Si  studiano soprattutto la luminosità dell’ambiente e la sua versatilità a seconda della funzione della stanza durante la pianificazione del lavoro. 

Un Interior Designer può trovare soluzioni per trasformare uno spazio unico in due zone distinte senza creare disarmonia o contrasto. Ma soprattutto può aiutare a migliorare l’organizzazione di spazi che sembrano angusti. Prima di tutto però può fornire consigli sui colori da accostare o i materiali migliori da utilizzare per rivestimenti e decori. In Italia però questa professione non è ancora una qualifica riconosciuta. 

I principi del lavoro di un architetto d’interni

Un Interior Designer come ogni professionista ha delle proprie regole da seguire nell’esercizio del proprio lavoro. I principi cardine sono cinque principalmente: 

  •  Comprendere le esigenze del committente. C’è chi ama avere spazio e chi invece ha l’horror vacui, come scriveva nelle sue critiche Mario Praz. Sono le esigenze di vita del cliente a guidare il lavoro del professionista, al di là dei gusti personali.
  • Rispettare contesto e architettura con l’arredo. La località (mare o montagna ad esempio) in cui si trova l’appartamento o l’ufficio da arredare ha la propria influenza. Creare un contrasto con le aspettative tipiche non è una buona scelta. Raramente si vede l’arredamento da baita  in case vicino al mare.
  • Creare un posto ergonomico. Per bella che sia la casa arredata da un Interior Designer deve anche essere funzionale a viverci. O nel caso della sede di lavoro deve rispettare le normative sulla sicurezza del settore e consentire le varie attività produttive. 
  • Realizzare ambienti gradevoli dal punto di vista multisensoriale. L’aspetto visivo dell’opera conclusa è solo la punta dell’iceberg, anche tatto e olfatto devono essere considerati nel progetto. I rivestimenti di sedie e divani, l’aroma del legno…tutti dettagli che non devono passare in secondo piano.
  • Seguire un filo conduttore. Materiali, colori e luminosità degli spazi interni progettati dall’Interior Designer devono essere fra loro in armonia. La casa deve risultare armoniosa anche se le stanze sono separate da pareti. 

 

Che percorso seguire 

Prima di mettersi alla prova sul campo all’aspirante Interior Designer serve seguire un appropriato percorso universitario. La sede più accreditata per questo tipo di formazione in Italia è il Politecnico di Milano. Anche gli Atenei di Firenze e di Roma hanno un buon corso in Design e Fotografia, e ci sono percorsi simili anche allo IUAV, che ha sede a Venezia. 
 
Al di fuori dell’Università però esistono alternative. Tra queste un esempio è frequentare uno tra i tanti  corsi riconosciuti. Ai diplomi ottenuti  dai corsi però è meglio accompagnare una formazione da architetto. Naturalmente oltre alla teoria serve la pratica. Un periodo di addestramento alle dipendenze da un Interior Designer esperto dopo la laurea/diploma è d’obbligo.
 
Completano il tutto fantasia, istinto creativo e capacità di adattamento alle diverse richieste dei clienti. Dato che spesso si fornisce anche consulenza lavorare a propri progetti in attesa degli incarichi aiuta a non ritrovarsi a mani vuote proprio quando serve. La tendenza più recente è quella orientata su materiali eco-sostenibili e di produzione locale, quindi anche questi aspetti vanno approfonditi.
 

Prospettive di guadagno

Tutto dipende dall’esperienza e dalla reputazione dell’Interior Designer. In genere lavora come libero professionista o assieme ad altri colleghi nello stesso studio come dipendente/associato. Col tempo però un professionista può arrivare ad essere titolare di uno studio e crearsi un gruppo di collaboratori.
 
Lo stipendio minimo è di circa 1.300 euro al mese, mentre il guadagno medio mensile si aggira sui 2.000 euro. Con il tempo però l’esperienza fa lievitare l’onorario e si può arrivare anche a 7.000 euro mensili. Se lo studio si espande si può salire ancora, ma queste cifre riguardano soprattutto chi lavora in proprio. Per chi apre la partita IVA il codice Ateco di riferimento è 74.10.90.
 
Come dipendente ci si può anche inserire in realtà come un negozio di mobili, di arredamento o in studi dediti all’illuminotecnica. Di recente però molti iniziano a mettersi in gioco anche online. Chi fa l’Interior Designer sul web può fornire consigli e proporre progetti a un pubblico vasto, creando magari un apposito blog dedicato ai diversi stili. 

Professionisti famosi

La professione non è nata in un momento preciso ma già la First Lady Jaqueline Kennedy si era avvalsa di un Interior Designer. Per la precisione il suo architetto d’interni del cuore era Joe Nahem. Il suo marchio di fabbrica era l’unione di lusso e accoglienza all’interno di un’abitazione. Nahem aveva iniziato la professione a poco più di vent’anni ed è sempre rimasto al passo coi tempi.
 
Un nome noto negli Stati Uniti come in Canada invece è quello di Jan Showers. Il suo percorso è stato diverso da quello canonico perché era laureata in Business, ma la sua creatività ha avuto il sopravvento. 
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