La parola Hacker deriva dall’inglese e rappresenta una persona che prova piacere nel esplorare sistemi informatici programmabili e sperimenta come estenderne l’utilizzo. Dal punto di vista informatico non è da confondere con i Cracker o comunemente detti Pirati informatici, i quali vogliono solo violare o danneggiare il sistema. Nella cultura informatica un hacker non è solo che una figura intellettuale esperta in informatica, programmazione e sicurezza dei software.
Cosa vuol dire Hackerare?
Con il termine Hackerare oggi si intende violare un sistema informatico per danneggiarlo o per acquisire informazioni riservate.
Gli attacchi Hacker ci sono sempre stati da quando utilizziamo internet, ma negli ultimi anni questi attacchi sono cresciuti esponenzialmente grazie ad una totale connessione della nostra società. Oltre questo c’è anche da considerare che oggi molti attacchi hacker sono derivati da motivi politici ed economici.
Un esempio eclatante nei nostri giorni è il caso di WannaCry che per settimane ha infettato in tutto il mondo più di 300 mila computer. Tutto questo ha messo in risalto quanto sia fragile la nostra sicurezza informatica. Ma sono svariati i casi di hackeraggio, come Morris Worm, uno studente della Cornell University, che ha creato un programma non per scatenare una violazione informatica maligna, ma per misurare la vastità del Cyberspace. Quando però il virus entrò in rete si trasformò in un malware capace di infettare più di 6000 computer e provocare danni che raggiunsero i 100 milioni di dollari.
Quando è reato?
Non esiste nel nostro codice penale una norma che si occupa espressamente degli Hacker. Sebbene non si parli mai di hackeraggio, la legge punisce l’accesso abusivo a sistemi protetti, l’illecita introduzione in profili riservati e tutto ciò che comporta la l’illecito informatico. Quindi un Hacker commette reato ogni qualvolta compie ciò che più gli riesce meglio: la pirateria informatica