Game designer: chi è, di cosa si occupa e come diventarlo
Quella del game designer o sviluppatore di videogiochi è una professione ancora relativamente giovane. L’industria dei videogiochi ha circa sessant’anni ma è evoluta diverse volte, trovandosi ormai ad anni luce dai primi giochi arcade. Da poche e semplici regole si è arrivati a progettare mondi e trame di gioco sempre più complesse.
Ma cosa serve esattamente per ricoprire questo ruolo? Ecco come funziona.
Che cosa fa un game designer?
Questa figura professionale nasce dalla commistione di più professioni molto diverse. L’artista per gli aspetti grafici, lo scrittore per la trama e infine il programmatore per la messa a punto. Nonostante il game designer normalmente si limiti a supervisionare la parte tecnica è bene che abbia la formazione necessaria per intervenire in caso.
Ancora più essenziale è la creatività, per immaginare l’ambientazione, i personaggi e le parti di dialogo eventuali. Va considerato anche che non lavora mai da solo, ma sempre all’interno di un team aziendale. A lui si affiancano le figure dell’Art Director, del Concept Artist e degli artisti 3D, Una buona capacità di lavorare in squadra aiuta a coordinare meglio il progetto del videogioco nel suo insieme.
I compiti principali del game designer sono:
- Elaborare le regole del gioco. Modalità di svolgimento e di vittoria, come si possono utilizzare oggetti e attacchi e limiti per il giocatore.
- Definire l’obiettivo per i giocatori. Stabilire come si termina e quindi indicare come sviluppare la propria strategia.
- Organizzare le sequenze di gioco. Le varie scene o i cambi di ambientazione vanno messi in un ordine preciso, a volte sono suddivisi in capitoli.
- Stabilire i giocatori. Prevedere il multiplayer o la partita in singolo, e stabilire come possano comunicare e/o interagire.
Il percorso formativo adatto
Diventare game designer oggi è diverso rispetto anche solo a dieci anni fa. Inizialmente non esisteva un percorso universitario apposito ma da un po’ non è più così. A Milano ad esempio esiste una laurea magistrale di Informatica indicata come percorso in Game Design. Nella stessa città allo IULM è possibile seguire il master di I livello nello stesso ambito. Anche a Verona c’è un master apposito, in Computer game development.
Anche le Accademie di Belle Arti offrono percorsi e lezioni per game designer. A Brescia c’è il corso di Game Design, come allo IED di Torino. Per chi preferisca un ambiente di immersione totale ci sono l’AID (Accademia Italiana Videogiochi) a Roma oppure la Scuola Internazionale di Comics che ha sede a Firenze.
L’Università o l’Accademia spesso offrono anche l’occasione di prendere parte ad associazioni o club studenteschi improntate sul tema. Unirsi ad altri aspiranti game designer può aiutare ad informarsi e sviluppare confronti costruttivi. Molti club di questo tipo prendono parte alle game jam, vere e proprie sfide per sviluppare e concepire nuovi videogiochi.
Oltre allo stimolo della competizione si può imparare anche dal lavoro degli avversari. Senza contare che la partecipazione a questi concorsi è ottimo per il proprio curriculum.
Creare rete è importante
Come per tutti i campi dell’arte anche il game designer ha bisogno di farsi conoscere per sperare di avere successo. Attraverso i club di facoltà si inizia già a fare nuove conoscenze ma è fondamentale venire a contatto con le aziende. Fiere o eventi sono un buon sistema per avvicinarsi ad alcuni brand. Oltre al talento serve sapersi mettere in gioco.
Se la propria zona non è teatro frequente di questo genere di incontri, si può sempre ripiegare sul web. Esistono centinaia di forum online dedicati all’attività dei game designer e alla sviluppo dei videogiochi. Partecipare alle discussioni virtuali può fornire delucidazioni su vari aspetti della propria attività (marketing, idee, pratica…).
Suscitare interesse in un possibile committente richiede un buon portfolio. Crearne uno online è il sistema migliore per mostrare le proprie abilità a chi vuole inquadrare meglio la figura che ha di fronte. Anche sfruttare piattaforme come Linkedln, Pinterest o simili aiuta a diffondere il proprio stile.