Flipped Classroom: le buone pratiche per i docenti
La metodologia di insegnamento della Flipped Classroom è, ad oggi, estremamente utilizzata grazie ai risultati ottimali che ha portato fin dalla sua prima applicazione.
Analizziamo insieme come si applica questo metodo valido ed efficace!
Indice
Che cos’è la Flipped Classroom
La Flipped Classroom modifica il tradizionale apprendimento scolastico sostituendo le classiche lezioni frontali in presenza con:
- video e contenuti multimediali;
- autonoma preparazione a casa;
- attività collaborativa.
Essa parte dal presupposto che le competenze cognitive base del singolo, ovvero ascoltare e memorizzare, possono essere attivate in autonomia tramite video, podcast, letture e risorse digitali.
Come è dunque evidente, con il termine Flipped Classroom ci si riferisce ad un approccio che inverte i momenti di lezione e studio individuale: la prima viene spostata a casa, il secondo tra le mura scolastiche dove il docente può guidare l’allievo nell’elaborazione attiva e sviluppo di compiti complessi.
Al contrario, durante le lezioni scolastiche è possibile attivare competenze cognitive alte quali comprendere, applicare, valutare e creare. In questo contesto, lo studente e i compagni e possono applicare quanto appreso affiancati dall’insegnante tramite attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. Va da sé che le risorse utilizzate dallo studente nel tempo a casa debbano essere vagliate in base a qualità e accessibilità e calibrate sul livello di conoscenza fino a quel momento raggiunto.
Nonostante ciò, è fondamentale utilizzare la metodologia in modo fluido e flessibile, in base alla disciplina, il tipo di classe e altri specifici fattori variabili in base al contesto.
Flipped Classroom: applicazione del metodo
Come abbiamo visto finora la Flipped Classroom è un metodo di insegnamento è che ribalta il tradizionale ciclo di apprendimento composto da lezione frontale, studio individuale a casa e verifiche in classe.
Il suo grande vantaggio è che può essere applicata a tutte le materie.
Il suo grande vantaggio è che può essere applicata a tutte le materie.
In questo contesto, il docente diventa la figura fondamentale che svolge la funzione di stimolo e di moderatore del confronto, di facilitatore dei processi di astrazione e di formalizzazione di quanto appreso.
L’approccio metodologico implementa un nuovo ciclo di apprendimento suddiviso in tre fasi principali:
- introduzione dell’argomento di studio: il docente deve stimolare interesse e coinvolgere la classe affinché la partecipazione sia attiva. Perché ciò avvenga, è necessario presentare un problema complesso e aperto ancorato alla realtà che spinga a cercare soluzioni concrete.
- sviluppo del tema: gli studenti devono analizzare l’argomento in maniera critica e propositiva attraverso confronto, sperimentazione e riflessione collettiva per poi produrre materiali individualmente o in gruppo, In questo contesto, l’insegnante svolge il ruolo di guida, supporto ed assistenza ad ogni alunno in base alle sue specifiche esigenze,
- rielaborazione e valutazione: a partire dai compiti realizzati, l’insegnante modera il confronto e il dibattito tra gli alunni. L’obiettivo di questa fase è quello di chiarire, rendere espliciti e consolidare gli apprendimenti e le conoscenze acquisite partendo dall’analisi dei lavori che gli studenti hanno realizzato. Dopodiché si procede al processo di valutazione tramite l’osservazione dell’insegnante, l’auto-valutazione e la co-valutazione.
Vantaggi principali
La flipped classroom presenta alcuni vantaggi evidenti. In particolare:
- coinvolgere attivamente gli studenti rendendoli consapevoli degli obiettivi;
- implementare le capacità cooperative e collaborative dell’alunno;
- sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie digitali per attivare le competenze cognitive di base tramite video, podcast e materiale multimediale in generale;
- applicare la conoscenza mediante esercizi pratici proposti dal docente;
- generare un contesto ricco e stimolante;
- migliorare le interazioni educative in aula ed ottimizzare il tempo a scuola;
- andare incontro alla diversità nel processo di apprendimento di ciascun alunno, libero di autogestirsi a seconda delle sue esigenze;
- sviluppare e rafforzare l’apprendimento autonomo e tra pari;
- applicare la conoscenza mediante esercizi pratici proposti dal docente;
- apprendere in maniera semplice, piacevole ed efficace fuori dalle mura scolastiche;
- promuovere l’autonomia e la capacità di lavorare con gli altri di modo che inizino a prepararsi al mondo del lavoro;
- mettere al centro la partecipazione attiva dell’alunno, senza dare valore solo al risultato finale ma a tutto il processo di apprendimento;
- permettere di dedicare più tempo ai giovani che necessitano di maggior supporto;
- confrontarsi con insegnanti e compagni di classe per risolvere dubbi, comprendere i passaggi più complessi;
- mettere al centro del processo lo studente fornendogli strumenti che gli consentono di approfondire gli argomenti.
La rivoluzione digitale e il rapporto con l’apprendimento
Come abbiamo visto finora, la proposta della metodologia della flipped classroom è quella di rendere il tempo-scuola più produttivo e funzionale rispetto alle esigenze della società contemporanea.
In quest’ottica, è necessario analizzare il contesto di riferimento. Ad oggi, infatti, la mutazione causata dalla rivoluzione digitale e la rapida diffusione del web ha prodotto un distacco del mondo scolastico dalle esigenze concrete delle imprese e dalle abilità e desideri degli studenti. Gli interessi stessi nascono e si sviluppano in gran parte al di fuori del mondo scolastico. Internet, inoltre, ha permesso la diffusione massiva di contenuti scritti e multimediali, rendendo possibile fruire da casa delle lezioni.
Risulta quindi evidente che sarebbe poco produttivo trasmettere a scuola quello che è già disponibile a casa. La scuola deve quindi rispondere a nuove esigenze e per farlo deve tutto adattarsi alle nuove abitudini cognitive dei nativi digitali.
Il primo esperimento flipped classroom risale al ventunesimo secolo quando in Colorado gli insegnanti Jonathan Bergmann e Aaron Sams, per affrontare l’assenteismo e il mancato interesse verso le lezioni, forniscono videotutorial sugli argomenti affrontati in classe. La reazione è estremamente positiva e da lì si decide di continuare ad applicare il metodo.
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