Flat Tax 2023: cos’è, come funziona e quali sono pro e contro
Flat Tax 2023: questo termine è ormai entrato nel linguaggio comune, dato che la nuova Legge di Bilancio per l’anno corrente si è proposta di introdurre delle significative novità per i contribuenti.
Ma di Flat Tax se ne sente comunque ormai parlare da anni, in maniere differenti e con regole anche molto diverse tra loro. Questo ha generato molta confusione in merito a questo termine.
In questa guida cercheremo di fare il punto sulla Flat Tax 2023: scopriremo cos’è, il suo funzionamento, oltre che i vantaggi di questo regime (ed i suoi innegabili svantaggi).
Flat Tax 2023: cos’è e origine del regime agevolato
L’abbiamo già accennato, la Flat Tax 2023 non è una vera e propria novità. Con questo termine, indipendentemente dall’anno di riferimento, intendiamo un sistema fiscale in cui ogni contribuente è tenuto a pagare la medesima aliquota.
L’aliquota di imposta non dipende quindi dal reddito, perché è prevista una aliquota unica per tutti, senza la classica suddivisione per fasce di reddito.
L’idea alla base della Flat Tax è che sia più semplice e giusto avere un’aliquota d’imposta unica, invece di avere un sistema fiscale complesso con molte aliquote e deduzioni. Inoltre, molti sostenitori della Flat Tax sostengono che questo sistema possa incoraggiare gli investimenti e la crescita economica, poiché le imprese e i lavoratori avrebbero più denaro disponibile a causa del minor carico fiscale.
In Italia, prima della Flat Tax 2023, ci sono state varie proposte di unificazione dell’aliquota. E alcune misure di Flat Tax sono state introdotte in passato: per esempio, il Governo Berlusconi nel 2005 ha proposto una Flat Tax al 20% per i redditi da lavoro autonomo, ma solo con reddito fino a 75.000 euro. Non è mai stata adottata dunque una vera e propria aliquota unica e valida per tutti.
Nel 2019, il governo giallorosso ha proposto una Flat Tax al 23% per i redditi fino a 50.000 euro, ma solo per i contribuenti che optano per l’opzione di cedere il credito d’imposta per le spese sostenute per beni strumentali.
Inoltre, nel 2020, il governo Conte bis ha varato una misura chiamata “superammortamento” che ha permesso ai contribuenti di poter dedurre dal reddito imponibile il 140% delle spese sostenute per acquistare beni strumentali, con l’effetto di ridurre l’imposta dovuta.
Le critiche
Sebbene in molti riescano a vedere i molti benefici della Flat Tax, un sistema fiscale del genere non è esente da critiche. Alcuni sostengono che un’aliquota unica possa essere troppo alta per le fasce di reddito più basse e troppo bassa per le fasce di reddito più alte, il che può portare a una maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Inoltre, alcuni sostengono che un’aliquota unica possa non essere in grado di raccogliere abbastanza denaro per finanziare i servizi pubblici essenziali.
In generale, la Flat Tax è una proposta controversa in Italia e non è stata adottata in modo generalizzato. Ci sono molte opinioni contrastanti sui possibili effetti di una Flat Tax sul sistema fiscale e sull’economia in generale.
Flat Tax 2023, le novità del Governo Meloni
Sebbene neppure l’attuale Governo Meloni abbia fino ad ora parlato di un’aliquota unica per tutti i redditi, indipendentemente dal loro effettivo importo, ci sono novità in arrivo in merito alla Flat Tax 2023.
Quest’anno, infatti, è stata prevista una Flat Tax di tipo incrementale. Chi esercita attività d’impresa, arti e professioni e non rientra nel regime forfettario può accedervi.
Nello specifico, e soprattutto nel rispetto dei requisiti previsti dalla Manovra 2023, i contribuenti aventi diritto potranno contare su un’aliquota del 15%.
Requisiti di accesso
Non tutti i contribuenti italiani potranno però accedere alla Flat Tax incrementale e contare sull’aliquota del 15% in caso di aumento di reddito rispetto agli anni precedenti.
Anche in questo caso, infatti, è stato imposto un limite di reddito. Si potrà accedervi solo ed esclusivamente rispettando un tetto massimo di aumento di reddito pari a 40.000 euro di base imponibile. Per eventuali importi superiori, infatti, si calcoleranno le eccedenze e, su queste, l’IRPEF dovrà essere scontata considerando gli ordinari criteri.
Il nuovo sistema incrementale non è compatibile col regime forfettario. Inoltre, potranno aver diritto alla flat tax incrementale del 2023 solamente le persone fisiche.
Tra i grandi esclusi, ricordiamo:
- persone giuridiche;
- esercenti attività di impresa.
Come si applica la Flat Tax incrementale
L’applicazione della nuova Flat Tax incrementale prevista con la Legge di Bilancio 2023 dal Governo Meloni non è così complessa come potrebbe sembrare.
In pratica, una parte del reddito verrà assoggettata ad imposta sostitutiva dell’IRPEF, con aliquota del 15% che sostituirà i normali scaglioni previsti dalla tassazione IRPEF ordinaria.
Tassazione che, come sappiamo, prevede i seguenti scaglioni, che dipendono dal reddito:
- fino a 15.000 euro l’aliquota è del 23%;
- tra 15.000 e 28.000 euro, è prevista un’aliquota del 25%;
- per redditi tra i 28.000 ed i 50.000 euro, l’aliquota è fissata al 35%;
- superati i 50.000 euro, l’aliquota prevista è del 43%.
Da ricordare che la Flat Tax incrementale può essere applicata solo sugli aumenti di reddito, e con base imponibile entro i 40.000 euro. Superata tale soglia, l’aliquota di riferimento è quella prevista dagli scaglioni IRPEF appena analizzati.
La riforma fiscale del 2023
Ma non bisogna pensare che la Flat Tax incrementale sia l’unica novità 2023 in merito al Fisco. Per i contribuenti italiani, infatti, le novità quest’anno saranno molte, a partire dal cambiamento del regime forfettario. Dal 2023, come in molti sapranno, si potrà accedere al regime forfettario con un reddito entro gli 85.000 euro.
Dunque il tetto massimo per l’accesso a questo regime agevolato è stato incrementato per l’anno corrente.
Inoltre, verrà introdotta una vera e propria riforma fiscale 2023. Oltre alla Flat Tax, infatti, il Governo Meloni ha in serbo delle modifiche all’IRPEF e degli interventi che riguarderanno le accise.
Le novità non sono però ancora operative: si attendono novità entro il mese di marzo 2023. Tra febbraio e marzo, infatti, il Consiglio dei Ministri dovrebbe avanzare nuove proposte concrete per dare il via alla tanto attesa riforma fiscale.