Eurydice: stipendio docenti a livello europeo solo in Alto Adige
A quanto ammonta lo stipendio dei docenti in Italia? E come se la cavano invece i colleghi europei? Purtroppo non ci sono buone notizie per gli insegnanti del nostro Paese: stando alle stime di Eurydice, le paghe nelle scuole italiane è inferiore rispetto a quelle del resto d’Europa. Tuttavia c’è una regione che fa eccezione.
In Alto-Adige lo stipendio dei docenti è al pari di quello degli insegnanti europei. Questa scelta sembra essere dettata da un desiderio della Regione di valorizzare il lavoro di maestri e professori e non una semplice risposta alla crescente inflazione dovuta alla crisi economica. Con scatti di anzianità più alti e indennità provinciali, gli insegnanti dell’Alto-Adige riescono a guadagnare di più a fronte, però, di un aumento delle ore di lavoro.
Ma quali sono i numeri e le differenze? E chi può diventare insegnante in questa Regione? Continua a leggere per scoprirlo.
Lo stipendio dei docenti in Italia
Recentemente Eurydice ha diffuso le informazioni sulla situazione salariale dei docenti in tutta Europa. Eurydice è, infatti, la rete europea che monitora il settore dell’istruzione nei Paesi europei in modo da fornire ai Governi informazioni aggiornate e affidabili. Questi dati, poi, possono tornare utili nelle politiche e interventi in questo ambito.
Il rapporto di Eurydice, dunque, ha mostrato una grave discrepanza tra gli stipendi dei docenti europei e gli stipendi dei docenti italiani. Guardando ai dati risalenti al 2021-2021, l’entra lorda annuale per ciascun insegnante delle scuole superiori in Italia si aggira intorno ai 33.811 euro annui.
Per capire quanto vari rispetto a quello dei docenti d’Oltralpe basta fare alcuni confronti. Un professore francese guadagna in media circa 45.505 euro annui. Stiamo parlando, quindi, di circa 12 mila euro in più l’anno. La differenza diventa ancora più evidente se si fa il confronto con lo stipendio dei docenti tedeschi. In questo caso la paga arriva ad avere anche 73.557 euro: più del doppio di quello di un insegnante italiano.
Insomma, le differenze tra Italia ed Europa non sono da poco. Tuttavia bisogna considerare un aspetto in particolare: il potere d’acquisto. Infatti, a stipendi molto alti corrispondono anche spese altrettanto elevate. Il cosiddetto “costo della vita” nei Paesi europei, in alcuni casi può essere anche molto più alto rispetto a quello italiano. Considerando questo aspetto, il divario si riduce, ma non si annulla.
Tenendo conto che questi sono valori che non restano fissi nel tempo, ma cambiano con la condizione economica e l’inflazione, per far sì che lo stipendio dei docenti italiani sia al pari di quello dei colleghi europei, dovrebbe esserci un aumento intorno al 20%, ovvero di circa 6,500 euro in più nella busta paga.
Alto-Adige: la Regione in linea con la media europea
In Italia c’è una Regione che investe nei suoi insegnanti: l’Alto-Adige. Se si va a guardare agli stipendi medi dei docenti di questa Regione Autonoma, si può notare come questi siano molto più simili agli stipendi medi degli insegnanti Europei.
Un insegnante di scuola elementare appena entrato nel mondo della scuola potrà vedere una crescita continua del proprio stipendio. All’inizio sarà di 380 euro in più al mese, che diventeranno 630 dopo nove anni, per un totale di 2.500 euro totali.
Nel caso dei docenti delle scuole secondarie di I grado, quelle che una volta venivano più comunemente chiamate scuole medie, l’incremento è di 640 euro nei primi tempi. Successivamente, invece, sempre dopo nove anni di servizio, l’aumento è di 970 euro. In totale ogni anno si guadagnerà circa 2.700 euro in più.
Un discorso a parte è invece per lo stipendio dei docenti delle scuole secondarie di II grado, ovvero le scuole superiori come licei e istituti tecnici. In questo caso si raggiunge un aumento di 880 euro dopo nove anni e uno stipendio di 3.000 euro circa al mese.
Inoltre, coloro che presentano una certificazione che attesta la conoscenza approfondita di due lingue possono arrivare a guadagnare anche 2.800 euro in più. Questa certificazione non è necessarie per insegnare, ma è sicuramente un grosso vantaggio.
Ma come è possibile che pur essendo dipendenti statali lo stipendio dei docenti in Alto-Adige sia più alto rispetto alla media nazionale? In realtà il motivo è molto semplice: grazie a un’indennità provinciale. Gli insegnanti della provincia di Bolzano, infatti, sono chiamati ad aggiungere 2 ore in più alla settimana di lavoro rispetto agli orari tradizionali ed aggiungere 220 ore funzionali. Lo stipendio più alto corrisponde, in sostanza, a un aumento del carico di lavoro.
Le ore funzionali, sono ore che riguardano il mondo della scuola, ma non sono strettamente legate all’insegnamento. Comprendono, infatti, formazione del docente, partecipazione ai collegi e altre attività parascolastiche, tutte regolate da contratti di stampo provinciale.
Come diventare insegnante in Alto-Adige
Dopo aver letto queste informazioni, si potrebbe voler capire come diventare insegnante in questa Regione e beneficiare delle indennità locali. La prima cosa da sapere a riguardo è che chiunque può partecipare ai concorsi in Alto-Adige e qualora superati ottenere lo stesso stipendio degli altri insegnanti.
In ogni caso è possibile essere inseriti nelle graduatorie per i posti a tempo determinato e successivamente iscriversi ai concorsi veri e propri a patto che ci sia disponibilità per le classi di concorso per le quali si vuole concorrere.
Recentemente è stato bandito un concorso straordinario per andare incontro agli insegnanti precari che però avevano accumulato tre anni di servizio. In totale i posti a disposizione erano 71 per ben 25 classi di concorso.
Come migliorare lo stipendio dei docenti in Italia
Ad ogni modo, quello che si evince con chiarezza è che la situazione degli stipendi dei docenti italiani ha ancora un ampio margine di miglioramento. Le Regioni, infatti, potrebbero fare molto di più per migliorare la situazione non solo delle scuole statali, ma anche degli insegnanti che ci lavorano.
Secondo Manuele Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, un primo passo in questo senso sarebbe rivedere il funzionamento degli scatti di anzianità. Propone non solo di aumentarne l’importo, ma anche di modificarne la frequenza.
Per quanto riguarda la cifra, ritiene che dovrebbero aumentare almeno di 200 euro netti. Questo permetterebbe di vedere crescere il proprio stipendio in modo graduale, ma sostanzioso.
Per quanto riguarda la frequenza, invece, il suggerimento è quello di reintrodurre il primo scaglione dopo i primi 3 anni di servizio e inserire un nuovo aumento automatico dopo il 38 anno di carriera.