Docenti a tempo pieno: da oggi potranno assumere incarichi esterni
Una norma interpretativa a riguardo degli incarichi esterni per i docenti a tempo pieno è stata aggiunta alla Camera. Grazie ad un emendamento al decreto si potranno attuare alcune importanti modifiche.
Andiamo a fondo della questione e scopriamo insieme di che cosa si tratta!
Indice
Incarichi esterni: un diritto dei docenti a tempo pieno
A oggi la possibilità di lavorare in incarichi esterni nel pubblico per i professori a tempo pieno è diventato una realtà. Ebbene si. Docenti e ricercatori assunti a tempo pieno da un ateneo statale potranno assumere incarichi esterni. La situazione si pareggia quindi a quella dei colleghi che lavorano presso università private.
A prevederlo è una norma interpretativa che è stata aggiunta alla Camera con un emendamento al decreto Pa. Nello specifico stiamo parlando del Dl 44 del 2023 convertito con la legge 74 della stessa legge. Il testo completo della norma è visionabile sulla Gazzetta Ufficiale.
Nel concreto, la modifica in previsione per professori e ricercatori è la possibilità di ottenere incarichi senza vincolo di subordinazione. E possono farlo sia presso enti pubblici che enti privati. Questo è possibile ove:
- ci sia un’autorizzazione del rettore dell’Ateneo dove si svolge il ruolo;
- gli incarichi siano svolti in regime di indipendenza;
- non ci sia nessuna sorta di assunzione di poteri esecutivi individuali;
- non si generi un conflitto di interesse con l’ateneo di appartenenza;
- le attività didattiche, scientifiche e gestionali non vengano pregiudicate.
Rispettando questi vincoli, docenti a tempo pieno sarà quindi possibile svolgere consulenze in favore di privati ed enti pubblici. Il tetto retributivo è pari allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, come previsto dall’articolo 23-ter del Dl 201/2011.
Altre possibilità lavorative per i docenti a tempo pieno
Il Nuovo reclutamento docenti a tempo pieno 2023 ha previsto l’inserimento professionale di una nuova figura: quella del docente tutor.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha infatti, introdotto innovazioni e modifiche. Lo scopo è quello di apportare notevoli miglioramenti al sistema scolastico.
“È necessario personalizzare il percorso scolastico. E il docente tutor servirà proprio a seguire tutti quei ragazzi con maggiori difficoltà. Come quelli con maggiore talento.”
La nuova figura introdotta dal Nuovo reclutamento docenti sarà inizialmente attiva per le scuole secondarie di primo grado. Lo scopo principale è infatti proprio quello di guidare i giovani allievi verso scelte scolastiche future consapevoli.
Il ruolo del docente tutor sarà quello di:
- guidare gli studenti;
- affiancarli nelle personali scelte scolastiche;
- cooperare con gli altri insegnanti dell’istituto scolastico;
- aiutare i genitori a prendere le decisioni adeguate ai propri figli;
- far comprendere al meglio come funziona il mondo lavorativo attuale;
- collaborare con il dirigente scolastico nell’organizzazione delle attività di accoglienza, formazione e tutoraggio;
- favorire la partecipazione degli studenti nei diversi momenti di vita scolastica;
- ascoltare e supportare gli allievi per migliorare le loro prestazioni;
- aiutare a sviluppare metodi di apprendimento e di studio efficaci per il singolo.
Chi esercita la funzione di Docente tutor avrà un compenso economico, maggiore rispetto a quello degli altri colleghi. Questo fa parte dell’ambito risorse assegnate alla scuola per il Miglioramento dell’Offerta formativa.
Ulteriori novità introdotte per l’anno scolastico 2023/2024
La possibilità di lavorare in incarichi esterni nel pubblico per i professori a tempo pieno non è l’unica novità prevista per l’anno scolastico 2023/2024.
Un’altra notizia positiva annunciata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara riguarda le assunzioni previste.
Nel settembre dell’anno corrente ci saranno infatti ben 62 mila immissioni in ruolo a tempo indeterminato nel sistema scolastico italiano. Ulteriori 30mila verranno assunti a settembre tramite il concorso Ministero della Cultura (Pnrr).
Ma entriamo nello specifico. In previsione ci saranno:
- 52 unità di personale educativo-Ped;
- 50.807 unità di personale docente, di cui 32.784 su posto comune e 18.023 su sostegno;
- 419 unità di insegnanti di religione cattolica;
- 10.913 unità di personale assistenti tecnico ausiliari-Ata;
- 280 unità di dirigenti scolastici.
Tre gli aspetti che risultano evidenti dalla notizia delle assunzioni scuola 2023/2024:
- passaggio per il sistema nazionale d’istruzione e formazione:
- funzionalità della scuola italiana;
- riduzione del precariato.
Ma le belle notizie non terminano qui. Al numero di 50.807 si aggiungono infatti i 30.000 posti per il prossimo concorso Pnrr, programmato per settembre. Il fine è quello di realizzare nei prossimi anni il target finale di 70.000 unità.
Il ministro Valditara, commenta il via libera concesso dal consiglio dei ministri rivelandosi estremamente soddisfatto per il risultato ottenuto.
Un problema italiano: professori in aumento ma alunni in diminuzione
In previsione dell’anno scolastico a venire non ci sono purtroppo solo buone notizie. Se infatti il comparto docenti guadagna posti rispetto all’anno precedente, d’altra parte il numero d’iscrizioni sta calando.
Le scuole in Italia sono sempre più vuote rispetto gli anni precedenti. Complice il calo demografico, ad oggi sono stati perduti altri 130mila studenti, e le tendenze non accennano a diminuire. Uno tra i motivi principali del netto calo di iscrizioni nelle scuole in Italia. è la crisi demografica che il nostro Paese sta attraversando. Secondo dati ISTAT la fase attuale è quella di un costante di invecchiamento della popolazione. Il tasso di natalità è nettamente diminuito.
Il mutamento della struttura e la crisi demografica conseguente sono ormai un dato di fatto.Tale considerazione è molto importante sia dal punto di vista analitico che pratico.
Il problema principale della crisi demografica si ripercuote innanzitutto in ambito educativo. Secondo i dati ISTAT l’effetto del calo demografico ha già avuto profonde conseguenze. Nei prossimi venti anni è previsto che la popolazione giovane diminuisca fino a diventare l’85% di quella attuale.. Inoltre, la quota degli alunni in età scolastica potrebbe ridursi a 260.000 persone. Proseguendo con previsioni ancora a più lungo termine, possiamo affermare che entro il 2040 potrebbero non esserci più iscritti.
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