Dispersione scolastica: prevenire con l’intelligenza artificiale
Prevenire la dispersione scolastica grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale è da oggi possibile.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Fondazione per la Scuola hanno sottoscritto un protocollo per una sperimentazione.
Scopriamo insieme al meglio di che cosa si tratta!
L’ IA accorre in supporto contro la dispersione scolastica
- ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara;
- presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo Francesco Profumo;
- presidente della Fondazione per la Scuola Giulia Guglielmini.
- utilizzare ed elaborare i dati disponibili presso le istituzioni scolastiche;
- permettere di individuare precocemente studenti a rischio di dispersione scolastica;
- realizzare azioni a sostegno dell’apprendimento, con particolare riguardo alla prevenzione dell’insuccesso.
- implementazione di una piattaforma di raccolta, interrogazione e visualizzazione dei dati a servizio di insegnanti e dirigenti;
- erogazione di percorsi innovativi di aggiornamento sul tema dell’utilizzo dei dati e delle potenzialità dell’IA in campo didattico ed educativo.
- formare ad alto livello dirigenti e docenti all’uso strategico dei dati che accompagna sperimentazione e implementazione della piattaforma;
- sostenere le scuole nella individuazione precoce dell’abbandono;
- progettare, insieme al corpo insegnanti, percorsi di apprendimento flessibili, incisivi e dall’esito misurabile.
Iniziativa della Città dell’Educazione contro la dispersione scolastica
- promuovere l’educazione al centro delle trasformazioni dei territori;
- rafforzare l’offerta di servizi personalizzati di cura, crescita e apprendimento;
- contrastare la piaga della dispersione scolastica tramite l’acquisizione di informazioni precise sull’impatto del fenomeno ni singoli territori;
- ottenere dati aggiornati sugli istituti scolastici interessati;
- intervenire con politiche mirate;
- colmare il divario tra le varie aree del Paese tramite l’alleanza tra pubblico, privato, tecnologie digitali e personalizzazione dell’apprendimento.
- investire nei sistemi educativi;
- promuovere un apprendimento continuo;
- aggiornare le competenze, con particolare attenzione a quelle delle giovani generazioni.
- cura e dell’educazione dei bambini da 0 a 6 anni, anche per contrastare il fenomeno della denatalità;
- promozione di opportunità educative e formative per bambini tra i 6 e i 16;
- valorizzare e rimotivare i giovani +16 anni per accompagnarli in percorsi formativi e professionali coerenti con le loro aspirazioni.
La parte del ministro dell’Università e della Ricerca
Per combattere il fenomeno della dispersione scolastica è intervenuto anche il ministro dell’Università e della Ricerca. Anna Maria Bernini ha delineato il suo nuovo programma spiegando i principali punti su cui ci saranno interventi:
- diritto allo studio: l’obiettivo è di garantire pari accesso all’istruzione. Aumenteranno quindi il valore delle borse di studio e il numero di posti letto per gli studenti;
- orientamento: per ridurre il tasso di abbandono degli studi e aiutare compiere scelte coerenti con le proprie inclinazioni ed attitudini. Tenendo di certo anche conto delle esigenze del mercato del lavoro;
- riforma degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea: possibile grazie a una maggiore flessibilità e competenze multidisciplinari;
- aumento della mobilità: immissione in ruolo di insegnanti di un’età media più bassa di quella attuale;
- incremento delle borse di studio per i dottorati: per scongiurare la dispersione delle competenze nel nostro Paese;
- formazione di un’ecosistema nazionale di ricerca: sfruttare i fondi del Pnrr per rafforzare la rete fra università, enti e imprese;
- finanziamento dei 180 migliori dipartimenti: per favorire il merito e l’eccellenza;
- consolidamento del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica per creare veri e propri politecnici delle arti.
Come affrontare la crisi
La dispersione scolastica deve necessariamente essere affrontata al meglio per evitare un eventuale e previsto spopolamento. Diventa importante.
- trasformarla;
- trarre da essa benefici;
- mettere le basi per una spinta agli Atenei a rinnovarsi.
La piattaforma dei dati costruita con il supporto dell’intelligenza artificiale consentirà di:
- prevenire la dispersione scolastica;
- realizzare interventi personalizzati;
- spingere all’inclusione, innovazione e sostenibilità.
Inoltre, la pandemia Covid-19 è stata segnata dal ricorso alla didattica a distanza, un buon modo per iniziare ad internazionalizzare le Università. Un modello interessante da prendere in considerazione è infatti quello “misto: didattica in presenza e didattica a distanza. In questo modo si raccoglierebbero studenti non solo in loco ma anche al di fuori dell’Italia, una grande opportunità per gli atenei del nostro Paese.
Ad oggi il nostro Paese detiene il primato europeo per il numero di Neet, i giovani che non studiano nè lavorano.
La somma totale arriva a ben il 23,1% dei 15-29enni, con picchi nelle regioni del Sud e un’incidenza del 32%. La media dell’Unione Europea è del 13,1%.
Questi dati parlano da soli e confermano, per l’ennesima volta, la certezza di una necessità d’intervento.
In definitiva ad oggi occorre porsi obiettivi quali ad esempio preparare un lavoro ben strutturato; promuovere l’internazionalizzazione; contribuire alla cooperazione.