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Disabilità intellettiva: cause e stimolazione cognitiva

Disabilità intellettiva: cause e stimolazione cognitiva

disabilità intellettiva
  • Alessia Seminara
  • 4 Novembre 2024
  • Guide
  • 5 minuti

Disabilità intellettiva: cause e strategie di stimolazione cognitiva

Quando si parla di disabilità intellettiva si intende una condizione che colpisce milioni di persone nel mondo. Si manifesta, in generale, con difficoltà cognitive più o meno importanti, ma anche con molte limitazioni nelle abilità quotidiane.

Spesso chi ne è affetto presenta difficoltà correlate, nell’apprendimento, nella risoluzione dei problemi e nell’adattamento alle autonomie della vita quotidiana.

Le cause possono essere molteplici: fattori genetici, danni prenatali o complicazioni durante il parto. Eppure, ogni persona con disabilità intellettiva ha il potenziale per migliorare le proprie abilità cognitive. Fornire un supporto adeguato, per garantire ampi margini di miglioramento, è però essenziale.

Un ruolo centrale in questo processo di miglioramento viene svolto dalla cosiddetta stimolazione cognitiva. Con questo termine si indica un insieme di tecniche e attività pensate per migliorare le funzioni mentali, come la memoria, il pensiero logico e la concentrazione.

In questo articolo esploreremo in dettaglio la disabilità intellettiva, analizzando le sue principali cause e scoprendo come la stimolazione cognitiva possa rappresentare una risorsa fondamentale per il progresso individuale.

Indice
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Cos’è la disabilità intellettiva

Ma procediamo per ordine e occupiamoci, in primis, di definire la disabilità intellettiva. Dobbiamo chiarire, innanzitutto, che è più corretto riferirci a questo disturbo al plurale, parlando piuttosto di “disabilità intellettive”: Con questo termine intendiamo, genericamente, un funzionamento cognitivo inferiore alla media.

Spesso tale funzionamento viene valutato utilizzando i test d’intelligenza, ed espresso numericamente con il cosiddetto Quoziente Intellettivo (o QI). Chi manifesta una disabilità intellettiva presenta un QI inferiore a 75 – 70.

Tuttavia, non possiamo limitarci ad un numero, perché questo tipo di disabilità comporta delle limitazioni in diverse aree. In genere, quelle compromesse sono le aree che riguardano la comunicazione, l’autonomia personale, le abilità sociali.

Si tratta infatti di un disturbo nello sviluppo neurologico, che si manifesta fin dall’età infantile. La disabilità intellettiva, generalmente, influisce negativamente sulle prestazioni cognitive che hanno a che fare con memoria e attenzione, percezione e anche linguaggio.

Molte volte, tale tipo di disabilità si accompagna ad altri disturbi correlati, che possono essere quelli legati all’attenzione o agli apprendimenti.

Il disturbo dello sviluppo neurologico nel bambino

Perché si possa parlare di disabilità intellettiva, come detto, è necessario che il disturbo allo sviluppo neurologico abbia origine nell’infanzia.

Per individuarla, si analizzano diverse aree. Innanzitutto, quella intellettuale: il bambino mostra difficoltà di pianificazione e problem solving. Non è inoltre in grado di utilizzare il pensiero astratto e spesso mostra incapacità di apprendere.

In caso di disabilità intellettiva, poi, il piccolo mostrerà delle capacità adattive nettamente inferiori con la sua età anagrafica.

Ricordiamo, però, che esistono differenti gradi di disabilità intellettiva. Generalmente, questi vengono stabiliti grazie al Quoziente Intellettivo, che viene calcolato tramite la somministrazione di test standardizzati. Tuttavia, tali test spesso non sono in grado di analizzare dettagliatamente i punti di forza che il soggetto presenta.

Differenze col disturbo del neurosviluppo

A volte, i termini “disabilità intellettiva” e “disturbo del neurosviluppo” sono usati come sinonimi. Si tratta, però, di una imprecisione. Infatti, la disabilità intellettiva rientra nell’ampio ventaglio dei disturbi del neurosviluppo.

Con questo termine indichiamo i disturbi che insorgono nell’età infantile. Anche DSA, disturbi dello spettro autistico e ADHD, comunque, rientrano in questa classificazione.

Cause della disabilità intellettiva

Per quanto concerne le cause dei disturbi dello sviluppo neurologico, queste possono variare a seconda dello specifico caso. In alcuni casi, la disabilità intellettiva ha una componente genetica.

Tuttavia, ci sono anche molti casi in cui le problematiche derivano da cause secondarie. Anche infezioni o traumi al momento della nascita (o in epoca prenatale), ad esempio, possono causare disabilità intellettiva.

Così come pure comportamenti scorretti da parte della madre, farmaci o consumo di alcolici durante la gravidanza.

Esistono, poi, casi in cui i disturbi dello sviluppo neurologico dipendono da condizioni sociali e culturali svantaggiate. In questi specifici casi si parla di disturbo derivante da “deprivazione sociale”.

Non mancano, infine, i casi in cui il bambino presenta un deficit, ma non se ne riescono ad individuare le cause. Per questa casistica si ipotizzano cause genetiche non ancora studiate e quindi non identificabili.

Come intervenire

Quando ci si trova di fronte ad una disabilità intellettiva, è necessario agire con un trattamento su più fronti.

L’obiettivo primario è quello di portare il bambino, che prima o poi diventerà adulto, all’autosufficienza, ove possibile.

Per lo sviluppo delle autonomie, è auspicabile un intervento integrato, che permetta di lavorare sulle abilità che risultano più carenti. Lo sviluppo delle abilità linguistiche e psicomotorie verrà affidato a logopedista e psicomotricista.

Qualora il linguaggio risulti altamente incomprensibile, è possibile optare per la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). Questa tipologia di comunicazione fornirà al bambino uno strumento per superare le difficoltà linguistiche.

Anche la terapia comportamentale e quella occupazionale, quest’ultima a partire dall’ottavo anno di vita, promuoveranno l’indipendenza.

L’importanza della stimolazione cognitiva

Al fine di potenziare le abilità preesistenti, esistono varie attività di stimolazione cognitiva adatte ai bambini ed ai ragazzi con disabilità intellettiva.

Di seguito, forniremo alcuni esempi di attività che possono essere proposte a bambini e ragazzi, al fine di potenziare le abilità cognitive.

Trova l’intruso

La prima attività ludica che proporremo per potenziare l’attenzione e la velocità di elaborazione nei bambini con disabilità intellettiva è il gioco “trova l’intruso”. Bisognerà mostrare al piccolo una serie di immagini uguali, tra le quali porne una diversa. Il gioco, abbastanza semplice da proporre, può essere personalizzato e reso via via più complesso.

Il gioco delle coppie nella disabilità intellettiva

Tanto semplice quanto utile, il classico memory è perfetto per la stimolazione cognitiva, poiché permette di potenziare la memoria e l’attenzione. Come nel caso del gioco precedente, è possibile personalizzarlo e renderlo sempre più difficile, tenendo conto delle potenzialità del bambino.

Puzzle e torre di mattoni

Per lo sviluppo della concentrazione, della coordinazione occhio – mano e delle abilità di problem solving in caso di disabilità intellettiva, sottoporre un puzzle può essere utile.

I puzzle vanno ovviamente scelti tenendo conto delle potenzialità e delle competenze del bambino.

In caso di gravi difficoltà, si può optare per la costruzione di una torre di piccoli mattoni colorati.

Oltre a sviluppare la motricità, questa attività permette di lavorare sulle capacità di pianificazione.

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Alessia Seminara
Copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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