Per diritto alla privacy si intende il diritto della protezione dei dati personali, ma potrebbero sorgere alcune complicazioni nella definizione esatta di dati personali. Per questo è necessario soffermarsi sulla comprensione dell’oggetto in questione.
Diritto alla privacy: alla ricerca di una valida definizione
I dati della persona possono dare delle informazioni molto particolari come, per esempio, i dati relativi alla salute, all’orientamento sessuale oppure alle scelte politiche.
Proprio per questo motivo la normativa prevede che vengano trattati con modalità adatte al fine di evitare che si diffondano senza controllo.
Quindi è anche previsto che questi vengano rilasciati dal titolare solo dopo autorizzazione dell’interessato.
Tutto questo perchè potrebbero divenire oggetto di discriminazione o di pericolo, se mal utilizzati.
Perché una legge sulla privacy?
Il Legislatore si è posto il problema di redigere una normativa utile per poter tutelare la riservatezza del cittadino, istituendo un protocollo per il trattamento di queste informazioni.
Devono, infatti, essere presi in considerazione delle modalità e dei trattamenti dei dati e delle procedure affinchè non vengano portati a conoscenza di terzi, se non nelle modalità previste dalla legge.
La legge prevede come i dati debbano essere detenuti, trattati e divulgati, in questo modo si fa fede a ciò che è scritto nell’articolo 2 della Costituzione Italiana.
Intanto occorre fare riferimento al decreto legislativo n. 196 del 2003, altrimenti conosciuto come Codice della Privacy, nel quale si parla di precisi obblighi per coloro che sono i custodi delle informazioni di terzi.
Da qui, poi, si esplicano le modalità del trattamento dei dati che variano, per l’appunto, in merito alla sensibilità degli stessi.
Questo è il motivo per il quale quando ci viene chiesto di comunicare i nostri dati personali, siamo chiamati a firmare il nostro consenso.
Diritto alla privacy: Ulteriore distingui
Capire e definire quali sono effettivamente i dati sensibili è una prima difficoltà e ne deriva la conseguenza del trattamento dei dati che racchiude tutte le operazioni di gestione degli stessi.
Dalla raccolta alla registrazione, dall’organizzazione alla consultazione, fino alla modifica, la selezione, l’utilizzo, la cancellazione e soprattutto la diffusione.
A tal fine esistono una serie di soggetti riconosciuti dal Codice sulla Privacy, tra cui il titolare del trattamento e il responsabile e una serie di protocolli da ottemperare, ovvero le modalità con le quali è possibile trattare le informazioni, l’obbligatorietà oppure la facoltà di conferirli, la diffusione a terzi, ma tutto ciò deve trovare il consenso del diretto interessato.
Occorre, pur tuttavia, fare una cernita tra i dati personali e quelli sensibili.
Per dati personali si intendono tutte quelle informazioni che identificano la persona come il nome, il cognome, l’indirizzo e tutto ciò che è inerente la nascita e i titoli di studio.
L’interessato ha la facoltà di chiedere l’aggiornamento o la rettifica per i dati prima esposti, anche la cancellazione degli stessi.
Per dati sensibili, invece, si intendono tutti quei dati che possono concretamente causare delle discriminazioni, delle violenze, se utilizzati contro la persona stessa.
Infatti, si parla di dati idonei a svelare l’origine etnica, la propria religione, le opinioni politiche, l’adesione a partiti o associazioni o sindacati oppure la vita sessuale e la salute.