Depenalizzazione reati: come funziona e quando scatta
La depenalizzazione reati è una norma entrata in vigore, nel nostro Paese, nel 2016. È servita a una cosa molto importante: svuotare le carceri italiane, che sono al collasso.
Infatti, questa regola prevede gli arresti domiciliari o una sanzione pecuniaria al posto della reclusione, per 41 reati minori. Naturalmente, per poter ottenere la depenalizzazione in caso di reato, è necessario che tale azione abbia dei requisiti precisi e particolari.
Depenalizzazione reati: cos’è
La normativa sulla depenalizzazione del reato consiste nel dare una pena inferiore a quella precedentemente prevista per alcuni reati non efferati, detti “minori”. Questo è stato fatto perché le carceri italiane, prima del 2016, stavano vivendo un momento di grande crisi. Innanzitutto, erano piene, quindi le condizioni dei reclusi erano ritenute disumane e lesive dei diritti umani. Inoltre, il mantenimento dei carcerati era un costo eccessivo da sostenere per l’economia italiana. Depenalizzando alcuni reati si sono ottenuti due obiettivi molto importanti e benefici per il bilancio dello Stato:
– molti detenuti sono stati scarcerati, liberando così migliaia di posti e rendendo le condizioni degli altri carcerati migliori;
– i nuovi colpevoli di reati minori non sono entrati in galera, ma messi agli arresti domiciliari o hanno potuto patteggiare sanzioni pecuniarie, un po’ come si fa in America con le cosiddette “cauzioni”.
Quali sono i reati minori
Con la normativa della depenalizzazione sono stati ricatalogati i reati per “gravità“.
Elenco generale dei reati considerati minori:
- contro la pubblica amministrazione, come i falsi in scrittura pubblica, fogli firmati in bianco, occultamento di scritture, utilizzo di falso in atto pubblico;
- l’ingiuria e l’insulto sia verso altri cittadini che verso pubblici ufficiali;
- gli atti osceni in luogo pubblico e gli atti osceni in generale, inclusa la pubblicazione di manifesti e la diffusione di volantini;
- appropriazione indebita di beni trovati per caso fortuito, danneggiamenti lievi verso le cose pubbliche;
- arte abusiva come spettacoli in strada, proiezioni di film o messa in scena di spettacoli senza regolari permessi comunali;
- reati relativi alle sostanze stupefacenti come coltivazioni di piante da droga o detenzione di psicotropi a uso personale;
- reati relativi all’omissione di dichiarazione di fallimento societario, di diffusione di assegni in bianco o compilati scorrettamente, di pagamenti di contribuiti assistenziali, di mancata trasmissione di registri dei cattivi pagatori;
- la pratica dell’aborto al di fuori delle tempistiche sancite per legge;
- guida senza patente o con patente scaduta o irregolare;
- concessioni abusive di diritti d’autore o di materiale in noleggio;
- contrabbando;
- installazione di macchinari, esercizi commerciali senza autorizzazioni o di materiale industriale che non rispetta le normative europee.
Cosa vuol dire reato depenalizzato?
Tutte le circostanze elencate sopra rappresentano, effettivamente e a tutt’oggi, un vero e proprio reato. Quindi questo significa che tutte queste azioni saranno comunque punite dalla legge. La differenza sta nel fatto che, prima della depenalizzazione, per questi reati era previsto l’arresto e la detenzione. Adesso, invece, a seconda dei casi, la legge applica i domiciliari o una sanzione pecuniaria.
I requisiti per ottenere la depenalizzazione reati
Il giudice, a seconda del caso specifico, valuta e decide se il reato (annoverato tra quelli elencati sopra) può essere depenalizzato o meno e in quale misura. Infatti, in alcuni casi, tutt’oggi si rischia il carcere per tutte queste azioni, a meno che non sussistano elementi di depenalizzazione.
Ecco quali sono le circostanze in cui un giudice può applicare la normativa.
- La gravità del reato;
- Reiterazione dell’illecito, il che significa che un reato minore compiuto da un incensurato non verrà giudicato grave quanto quello compiuto da qualcuno che l’ha messo in atto più volte;
- Arricchimento del responsabile, ossia i reati vengono ritenuti più gravi se fatti con l’intenzione di arricchirsi ai danni altrui;
- Condizioni economico-sociali-culturali del colpevole. Questa è una norma che tutela chi, per esempio, ruba per fame o chi mette in atto una truffa perché si è fatto manipolare da terzi, senza avere gli strumenti intellettivi e culturali per potersene accorgere.