Decision making: come fare scelte che portano al successo
Ogni giorno, e per gli ambiti più disparati, ci troviamo a dover prendere una quantità enorme di decisioni. Sperando, tra l’altro, di fare sempre la scelta giusta, che si tratti di lavoro, di relazioni interpersonali o di altro ambito. In quest’ottica, si può parlare di decision making come dell’abilità che ci permette, per l’appunto, di valutare le alternative a disposizione e, alla fine, di fare la scelta giusta.
Trattandosi di un processo di fondamentale importanza, se ne sente sempre più spesso parlare. Non solo in psicologia tra gli addetti ai lavori, ma anche in azienda e nella vita quotidiana, tutte quelle volte che ci si trova a prendere una decisione importante.
Data la sua rilevanza, e dato il peso che una decisione potrebbe avere sulla vita di un individuo, oggi scopriremo insieme tutto sul decision making. Di cosa si tratta? Quali sono gli step che conducono alla scelta di successo? A queste domande daremo risposta nella nostra guida.
Cosa significa decision making
Partiremo però dalle basi, scoprendo cosa intendiamo, innanzitutto, con il termine “decision making”. In sostanza, lo possiamo classificare all’interno dei processi cognitivi. È, nel dettaglio, quel processo cognitivo che ci porta, alla fine, alla decisione vera e propria.
La decisione è chiaramente il risultato finale, ma il decision making prevede tutta una serie di step fondamentali che, dalla scoperta del problema da risolvere, porta alla valutazione delle opzioni a nostra disposizione ad alla scelta di quella migliore.
Ovviamente, a seconda dei casi che ci si prospettano dinnanzi, in alcune situazioni questo processo decisionale assume particolare rilevanza.
Pensiamo ad esempio alle decisioni in ambito lavorativo, ambito nel quale la minima decisione errata potrebbe compromettere risultati e obiettivi.
La connessione col problem solving
Il decision making è un processo cognitivo legato strettamente non solo al problem solving, ma anche alle emozioni dell’individuo.
Emozioni che ovviamente devono essere tenute a bada, in modo che non influenzino negativamente la scelta dell’individuo. Anche le capacità di problem solving, in ogni caso, possono influire potentemente nei processi decisionali.
E partiamo proprio dall’analisi della relazione tra il decision making e il problem solving. Purtroppo, e questo è molto limitante, spesso i due termini vengono posti in stretta correlazione considerandoli come due capacità che possono essere assimilate e che si sovrappongono.
Questa concezione è però molto riduttiva, poiché si tratta di due competenze simili, ma anche differenti tra loro.
Infatti, nel processo che porta a prendere una decisione, il problem solving è un’abilità che generalmente precede dal punto di vista temporale la presa di decisione.
Possiamo quindi considerarlo come il passo anticipatorio del processo del decision making, che avviene quando si individua un problema e se ne cerca la soluzione. I processi decisionali intervengono ovviamente dopo, quando il problema è già stato individuato.
La differenza sostanziale tra problem solving e decision making sta nel fatto che la prima abilità è centrata sul passato, su un problema da risolvere quando questo si è già presentato.
Al contrario, le previsioni si orientano verso il futuro, cercando di prevedere la migliore scelta, ipotizzando scenari che al momento non si sono però ancora verificati.
Il ruolo delle emozioni nel processo decisionale
Non possiamo inoltre scindere il processo decisionale dalle emozioni. Lo abbiamo già detto: le emozioni hanno un impatto enorme sul decision making.
Generalmente, quando si deve prendere una decisione importante, sono in molti a consigliare un atteggiamento razionale. Tuttavia, sappiamo benissimo che le emozioni fanno parte di noi, sono innate e metterle a tacere non è semplice. Anzi, in alcuni casi è praticamente impossibile.
Sappiamo cioè, razionalmente, che non dovremmo farci guidare dalle emozioni. Ma si tratta di un’operazione complessa quando siamo chiamati in causa e dobbiamo fare una scelta. Ancor più quando si tratta di una scelta che potrebbe avere conseguenze notevoli sulla nostra vita.
In ogni caso, soprattutto la ricerca recente sta rivalutando ampiamente il ruolo positivo che le emozioni possono avere nel decision making.
La sola e fredda razionalità, in alcuni casi, potrebbe non essere d’aiuto. Come comportarsi, dunque, con le emozioni quando ci troviamo a dover prendere una decisione importante?
Ascoltare noi stessi potrebbe essere la soluzione giusta. La sola razionalità può portare a scelte che, per la persona che si trova a dover prendere una decisione, non rappresentano l’opzione più giusta.
Senza lasciarsi sopraffare, dunque, è bene dare un ruolo alle emozioni nel decision making. Viene sicuramente spontaneo chiedersi come fare la scelta giusta sfruttando le emozioni, senza che queste prendano il sopravvento.
Possiamo dire che, in linea di massima, una persona con una intelligenza emotiva ben sviluppata non dovrebbe avere problemi in tal senso.
E c’è di più: molto spesso una persona con intelligenza emotiva sviluppata riesce a prendere la decisione giusta in tempi ridotti.
Decision making: gli step per una scelta di successo
Ma quali sono gli step per un decision making di successo e come fare la scelta giusta? Gli step da seguire sono 7:
- definizione degli obiettivi: questa fase serve per individuare motivazioni e natura della decisione da prendere;
- raccolta dei dati e delle informazioni: si tratta di una fase fondamentale, in quanto ci troveremo a dover discriminare le informazioni rilevanti, scartando invece i dati disponibili di cui non abbiamo bisogno;
- sviluppo delle opzioni: si tratta della fase in cui, una volta ottenute le informazioni rilevanti, si andranno a identificare dei percorsi per agire concretamente. L’auspicio, ovviamente, è quello di trovare delle opzioni creative;
- valutazione delle alternative: una volta sviluppate, le alternative vanno anche valutate per scegliere quella migliore. Alla fine di questa fase, dovremo selezionare le migliori alternative, riducendo la scelta a due o tre alternative al massimo;
- scelta dell’opzione migliore: tra le opzioni rimaste individuate durante lo step precedente, si dovrà procedere con la scelta definitiva. Dovremo, cioè, scegliere l’opzione a noi più congeniale. Nulla ci vieta, comunque, di optare per delle combinazioni tra le varie alternative selezionate durante la fase di valutazione;
- implementazione della scelta: una volta effettuata la scelta, questa va ovviamente messa in atto. Si tratta, chiaramente, di una fase irreversibile;
- considerazioni finali sulla decisione presa: una volta implementata la decisione, eventuali valutazioni positive o negative potranno aiutare a prendere ulteriori decisioni in futuro. Ove possibile, invece, si potrebbe optare per la ripetizione del processo di decision making per trovare una nuova e più soddisfacente soluzione.