Consulente fiscale: introdotta responsabilità penale in corso
Il consulente fiscale, detto anche fiscalista, è una figura molto importante che ha il compito di occuparsi degli aspetti fiscali di una data azienda.
Questo professionista ha un ruolo di grande responsabilità e secondo la legislazione italiana può rispondere di responsabilità penale in concorso qualora vengano riscontrati problemi o incongruenze con i tributi.
In questo articolo ti parlerò della responsabilità penale del consulente fiscale, ma andremo anche ad approfondire altri temi come, ad esempio:
- di cosa si occupa questo professionista?
- quali sono le norme che regolano la responsabilità penale in concorso?
Se ti ho incuriosito o l’argomento è di tuo interesse, non ti resta che continuare a leggere!
Consulente fiscale: chi è e cosa fa
Il consulente fiscale ha una funzione fondamentale nell’ambito aziendale, in quanto è colui che si occupa della gestione patrimoniale e della pianificazione delle attività di una data impresa, oppure della formazione dei dipendenti a riguardo della normativa fiscale.
Nello specifico può offrire consulenze personalizzate come libero professionista, oppure lavorare in studi professionali, aziende o enti pubblici e privati. Tra le sue responsabilità, rientrano:
- la dichiarazione dei redditi;
- l’elaborazione del bilancio aziendale;
- la dichiarazione sostituti d’imposta con modello 770;
- le dichiarazioni di TASI e IMU, con anche i rispettivi versamenti;
- le valutazioni delle rimanenze finali nei magazzini;
- le liquidazioni IVA periodiche;
- l’apertura di una Partita IVA in base al migliore e più appropriato regime fiscale;
- il calcolo di saldi e acconti IRPEF, IVA, IRES e IRAP e molto altro ancora.
Come hai ben potuto notare il suo lavoro è molto delicato ed esige serietà e precisione, oltre ad una formazione costante, in quanto le leggi subiscono spesso e volentieri delle variazioni o degli aggiornamenti, ed è giusto farsi trovare preparati ad ogni tipo di cambiamento in atto.
Attraverso le sue mansioni questo professionista può anche rendersi complice di atti illeciti e a rispondere, a titolo di concorso, nei reati tributari. Scopriamo meglio la normativa nel prossimo paragrafo.
Normativa sulla responsabilità penale diretta del consulente fiscale
Il rischio che corre il consulente fiscale è regolato dal D. Lgs. n.74/2000 che si occupa della riforma dei reati tributari e nei delitti posti in essere dal proprio cliente in materia di dichiarazione, frode e pagamento delle imposte.
Il professionista, in base all’art.8 dello stesso decreto, può essere coinvolto nella fattispecie delittuosa in tema di emissione di fatture per operazioni inesistenti, in concorso, appunto, con chi formalmente le ha emesse.
Nel corso degli anni, partendo dal presupposto che gli imprenditori non avessero le conoscenze e gli strumenti culturali atti ad evadere il fisco, non si poteva che ipotizzare la partecipazione diretta di questi consulenti in tema di reati tributari ed è per questo che con l’aumentare dei casi, si è voluta introdurre una nuova norma a tutela dello Stato.
In determinati circostanze, il legislatore può infatti decidere di intervenire all’interno del D. Lgs. n. 158/2015, norma che ha parzialmente riformato il D. Lgs. n. 74/2000, introducendo l’art. 13-bis nominato “circostanze del reato”, con il quale si prevede una nuova ipotesi di circostanza aggravata derivante dalla responsabilità penale del professionista nelle condotte delittuose in materia di reati tributari.
Questa norma recita che la pena è aumentata della metà, se il reato è commesso in concorso con un soggetto che presta attività di consulenza fiscale o con un intermediario bancario o finanziario che si occupa dell’elaborazione o commercializzazione di modelli di evasione fiscale, che agevolano i reati di evasione e frode previsti e citati dal II titolo del decreto.
Nonostante l’aumento della pena, la responsabilità penale rimane comunque concorrente a quella del reo e dev’essere accertata attraverso prove documentali che ne attestino la partecipazione diretta in concorso.
Quando si rischia il penale per evasione fiscale?
Per punire il concorso nel reato, si deve fare affidamento all’ ex art.110 del c.p. che stabilisce quanto segue: “quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita”. Grazie a questo articolo, tutti i soggetti chiamati in causa vengono messi sullo stesso piano, con un aggravante di pena per il consulente che ha prestato il suo apporto professionale per atti illeciti.
Requisiti e dolo
- una pluralità di persone (due o più soggetti);
- la messa in atto di un reato sia tentato, che realmente consumato;
- il contributo del consulente fiscale e dei relativi partecipanti;
- la consapevolezza di contribuire alla realizzazione di un atto illecito.
- il dolo diretto o alternativo, che si verifica quando il soggetto agente conosce gli elementi del reato ed è pienamente consapevole che tale condotta porterà ad un’azione criminosa;
- il dolo specifico di evasione fiscale, che riguarda l’omessa dichiarazione finalizzata all’evasione sull’imposta dei redditi o sul valore aggiunto.