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Consulente del lavoro: le sue funzioni e cosa studiare per diventarlo

Consulente del lavoro: le sue funzioni e cosa studiare per diventarlo

consulente lavoro funzioni e cosa studiare
  • Sara Elia
  • 14 Aprile 2022
  • Professioni
  • 5 minuti
  • 16 Aprile 2024

Diventare Consulente del lavoro

Il consulente del lavoro è una figura molto ricercata ai giorni d’oggi. Anche se non è lo sbocco lavorativo più noto, un laureato in economia può diventare professionista in tale ambito.

Diventare consulente del lavoro rappresenta una figura chiave nell’amministrazione aziendale, avendo competenze che spaziano dalla gestione delle risorse umane alla pianificazione strategica delle attività imprenditoriali. Questo professionista si occupa anche della corretta gestione di tutti gli obblighi legali e fiscali associati ai rapporti di lavoro.

Con il mercato del lavoro che si evolve verso dinamiche moderne e flessibili, la professione del consulente del lavoro ha visto una significativa espansione delle sue funzioni negli ultimi anni. Questa carriera offre molteplici opportunità ai giovani laureati che cercano un percorso professionale dinamico, capace di garantire un futuro prospero. I requisiti accademici per intraprendere questa carriera includono una laurea, che può essere triennale o quinquennale, in campi come giurisprudenza, economia, scienze politiche, o una laurea specifica in consulenza del lavoro.

Cerchiamo di capire insieme qualcosa di più su questo lavoro!

Indice
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Chi è e cosa fa il consulente del lavoro

Il consulente del lavoro è un libero professionista che collabora con delle aziende.

È un professionista versatile che, in linea generale, aiuta l’impresa nell’ amministrazione del personale. Deve imparare a gestire diverse pratiche e relazioni nelle piccole/medio imprese.

Nello specifico si occupa di:

  • gestire adempimenti fiscali, previdenziali e assicurativi;
  • elaborare buste paga;
  • gestire le relazioni con enti come Inps, Agenzia delle Entrate, sindacati;
  • occuparsi delle risorse umane;
  • tenere la contabilità aziendale;
  • gestire le controversie che sorgono in ambito lavorativo;
  • elaborare la situazione di crisi di impresa, nel caso avvenga;
  • fare consulenza tecnica d’ufficio.

Cosa studiare per diventare consulenti del lavoro

Per poter esercitare la professione di consulente del lavoro è necessario ottenere una laurea triennale o specialistica.

È possibile scegliere tra uno dei seguenti corsi di laurea:

  • Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale
  • Economia e della Gestione Aziendale
  • Servizi Giuridici
  • Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali
  • Lauree Magistrali in Giurisprudenza
  • Economia
  • Scienze Economiche
  • Pubbliche Amministrazioni
  • Scienze Economico-Aziendali e della Gestione Aziendale
  • Scienze della Politica

Le materie trattate a riguardo sono:

  • Diritto privato e pubblico;
  • Economia aziendale;
  • Elementi di ragioneria;
  • Adempimenti e scadenze fiscali;
  • Elementi della normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in tutti i settori di attività privati e pubblici;
  • Normativa in materia di tutela della Privacy;
  • Diritto del lavoro, sindacale e tributario;
  • Normativa previdenziale e pensionistica;
  • Procedure di gestione del personale;
  • Elementi di normativa fiscale e tributaria;
  • Normativa sui contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL)
  • Sistemi retributivi;
  • Normativa sul mercato del lavoro;
  • Tecniche di gestione contabile e finanziaria e della contrattazione;
  • Vocabolario tecnico fiscale, del lavoro e della legislazione sociale.

La scelta è molto varia proprio per via delle diverse realtà che il futuro consulente del lavoro si può trovare ad affrontare.
Il titolo deve per forza essere riconosciuto dal MIUR
.

Il periodo obbligatorio di praticantato per l’aspirante consulente del lavoro 

Dopo aver acquisito il titolo è necessario procedere con un praticantato.
Questo periodo obbligatorio, può essere iniziato per un totale di 6 mesi in contemporanea alla frequenza del corso di studi.
Ciò accade se si tratta dell’ultimo anno e si è in pari con gli esami da sostenere
. La decisione a proposito è stata presa in collaborazione da MIUR e Ministero del Lavoro.

La durata del praticantato per diventare consulente del lavoro ha una durata di 18 mesi. È possibile effettuarlo presso:

  • studio di un consulente del lavoro iscritto all’Albo da almeno 5 anni
  • avvocato abilitato da almeno 3 anni
  • commercialista abilitato da almeno 3 anni

Per attestare lo svolgimento del praticantato è inoltre necessario iscriversi presso il registro del Consiglio Provinciale dell’Ordine.

Esame di Stato per esercitare la professione

Dopo aver terminato il periodo di praticantato (tirocinio) si può procedere con l’esame di Stato. L’esame per diventare consulente del lavoro si svolge presso le commissioni territoriali che sono costituite da membri del Ministero del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL e da un professore ordinario di materie giuridiche.

Le prove scritte, due in totale, sono suddivise in tale modo:

  • scritto con argomenti su diritto del lavoro e legislazione sociale;
  • pratico/teorica su diritto tributario.

Il tempo a disposizione è fissato a 7 ore.
È possibile, durante lo svolgimento dell’esame, consultare alcuni testi di legge. Questi devono essere non commentati e autorizzati dalla commissione d’esame.

Una volta superate queste due prove si procede alla terza prova che è orale e pone domande su tematiche tratte da:

  • diritto del lavoro;
  • legislazione sociale;
  • ordinamento professionale;
  • deontologia;
  • diritto tributario; 
  • elementi di ragioneria;
  • elementi di diritto privato, pubblico e penale.

Una volta superate tutte e tre le prove con successo, è necessario iscriversi all’Albo Professionale del Consulente del Lavoro.

Iscrizione all’Albo Professionale del consulente del lavoro

Solo dopo l’iscrizione è possibile esercitare la professione di consulente del lavoro a pieno titolo.
È inoltre necessario entrare a fare parte dell’Ordine della propria provincia. Ogni anno bisogna versare una quota e fare degli aggiornamenti periodici su materie fiscali, economiche e giuridiche.

Il minimo di crediti formativi da ottenere è di 50 a biennio, 20 dei quali possono essere acquisiti tramite l’e-learning.

L’aggiornamento costante sulle materie giuslavorative è fondamentale per poter esercitare tale professione al meglio. I cambiamenti in questo campo sono infatti costanti. È anche possibile continuare l’istruzione iscrivendosi a master e corsi di perfezionamento.

Mansioni e guadagno del consulente del lavoro

Un consulente del lavoro si occupa principalmente di:

  • esercitare funzioni in caso di segnalazioni di denuncia di attività di riciclaggio o atti di finanziamento al terrorismo;
  • inquadrare i dipendenti lavoratori dell’impresa;
  • elaborare contributi e paghe mensili;
  • assolvere gli adempimenti assicurativi e previdenziali;
  • provvedere a fare consulenza tecnica sia di parte che di ufficio;
  • agire da consulente sia in contenziosi che in materia di lavoro.

Il guadagno effettivo di un consulente del lavoro è molto alto, anche se si è agli inizi. La paga può infatti, per un neo laureato, arrivare a 2.000 € al mese. Per chi invece è un professionista autorevole per anzianità è solito guadagnare 3.000 € mensili. Essendo un libero professionista il consulente del lavoro ha da tenere in considerazione i costi legati alla gestione della propria attività.

In Italia il guadagno di un consulente del lavoro può variare ampiamente in base a diversi fattori come l’esperienza, la Regione in cui opera, la dimensione e il tipo di clientela, nonché il livello di specializzazione.
Generalmente, i consulenti del lavoro all’inizio della loro carriera possono aspettarsi un guadagno annuo che parte da circa 20.000 a 30.000 euro lordi. Con l’aumentare dell’esperienza e l’acquisizione di clienti più grandi o più specializzati, i guadagni possono crescere significativamente.

Per i consulenti con più di cinque anni di esperienza, il reddito può variare da 30.000 a oltre 50.000 euro annui.
I consulenti molto esperti o quelli che operano in grandi città o per grandi aziende possono anche superare questa fascia di reddito.

Oltre alla consulenza base, molti consulenti del lavoro espandono i loro servizi includendo la consulenza strategica, la gestione di problemi complessi legati alla normativa del lavoro o la formazione interna per le aziende, che possono ulteriormente aumentare i loro guadagni.

È anche importante considerare che molti consulenti del lavoro operano come liberi professionisti e quindi i loro introiti possono essere influenzati dalla loro capacità di acquisire e mantenere clienti, oltre che dalla loro efficienza nel gestire il proprio tempo e risorse.

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