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Congedo per malattia del figlio: la guida essenziale

Congedo per malattia del figlio: la guida essenziale

Declino cognitivo
  • Chiara Carnevale
  • 19 Dicembre 2023
  • Guide
  • 4 minuti

Congedo per malattia del figlio: la guida essenziale

Nella vita frenetica dei genitori lavoratori, il congedo per malattia del figlio rappresenta un aspetto fondamentale per garantire l’equilibrio tra il benessere familiare e gli impegni professionali. 

In Italia, il quadro normativo che regola questo diritto è definito con precisione per assicurare la tutela dei genitori e la salute dei loro bambini. In questo articolo esploreremo dettagliatamente il congedo per malattia figli, offrendo una panoramica completa dei diritti e delle procedure che i genitori che lavorano dovrebbero conoscere.

Indice
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Congedo per malattia figlio: da quale legge è regolamentato?

Il congedo per malattia del figlio è un beneficio pensato per consentire ai genitori di prendersi cura dei propri bambini quando sono ammalati. Questo periodo di  assenza dal lavoro è progettato per garantire che i genitori possano dedicare il tempo necessario alla guarigione dei loro bambini senza preoccuparsi delle conseguenze sul fronte professionale.

Nella complessa realtà lavorativa e familiare, la salute dei figli rimane una priorità assoluta per i genitori e per garantire un adeguato equilibrio tra responsabilità familiari e impegni lavorativi, il governo ha introdotto il Decreto Legislativo del 26 marzo 2001, n. 151. Questo decreto, noto come “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità,” svolge un ruolo fondamentale nella regolamentazione dei permessi per malattia dei figli.

Esso, infatti, si basa sull’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53, e si concentra sulla tutela e il sostegno della maternità e della paternità. Al suo interno, sono delineati in modo chiaro e preciso i permessi concessi ai genitori per affrontare situazioni in cui i loro figli si ammalano.

Cosa prevede il quadro normativo?

Il decreto Legislativo del 26 marzo 2001, n. 151, stabilisce le disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, comprendendo anche i permessi per la malattia dei figli. 

Per esercitare appieno questo diritto è bene che i genitori conoscano perfettamente la norma in modo tale da poterla applicare appieno qualora ne avessero bisogno.

Ma come funziona il congedo per malattia figlio?

Secondo la legge, per i bambini fino ai 3 anni di età questo permesso può essere utilizzato senza nessun limite.

Genitori con figli di età compresa tra i tre e gli otto anni hanno diritto a cinque giorni al mese ciascuno, da utilizzare in modo alternato. Questo periodo di congedo è applicabile sia ai figli naturali che a quelli adottivi o in affido.

Si precisa che il congedo parentale non è soggetto ad autorizzazioni da parte dei dirigenti aziendali, poiché si tratta di un vero e proprio diritto potestativo che non può essere negato o interrotto. L’eventuale rifiuto, opposizione o ostacolo all’esercizio del diritto comporta una sanzione amministrativa da 516 euro a 2.582 euro. 

L’unica regola a cui devono attenersi i genitori è quella di presentare un certificato medico al datore di lavoro che attesti la malattia del minore.

Il genitore è inoltre tenuto a compilare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, ai sensi all’articolo 47 del DPR 445/2000. Questo documento deve attestare che l’altro genitore non si trovi in congedo nei medesimi giorni per lo stesso motivo. 

Settore privato e settore pubblico: le differenze

Cosa cambia nei congedi di malattia per i figli tra il settore pubblico e quello privato? 
 
Vi sono alcune differenze fra queste due tipologie di settori. Ad esempio, a differenza dei dipendenti del settore privato, i genitori che lavorano nel settore pubblico possono usufruire di permessi retribuiti al 100% per malattia del figlio nei primi 3 anni di vita, con un limite massimo di 30 giorni all’anno.
 
Tuttavia, superati i tre anni e fino all’ottavo anno, si applicano le stesse regole valide per i dipendenti del settore privato. Durante questo periodo, se i bambini dovessero affrontare problemi di salute, i genitori non avrebbero diritto a permessi retribuiti. 
 
In conformità al Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, il datore di lavoro è comunque tenuto a versare i contributi per i dipendenti che si assentano, contributi che però saranno considerati figurativi.

Congedo per gravi motivi familiari

Nel caso in cui il genitore si trovi di fronte a gravi problematiche di salute del proprio figlio e abbia esaurito tutti i permessi a disposizione, ha la facoltà di richiedere un congedo non retribuito per gravi motivi familiari.
 
Per poter usufruire di questo tipo di permesso, è necessario che il motivo sia strettamente correlato alla salute del figlio e che la richiesta venga sempre anticipata mediante una dichiarazione sostitutiva da presentare al datore di lavoro.
 
La durata massima di questo congedo è di 2 anni e può essere frazionato, offrendo così la flessibilità necessaria per affrontare le esigenze familiari in modo adeguato.

Permessi per malattia del figlio: come richiederli?

Il genitore, sia esso il padre o la madre, è tenuto a consultare il medico curante del proprio figlio per ottenere un certificato che attesti la malattia del bambino. Di solito, è il medico curante che invia direttamente l’attestato all’INPS, il quale successivamente lo inoltra al datore di lavoro del genitore. Ad ogni modo, è sempre consigliato che il lavoratore trasmetta direttamente una copia del certificato all’ufficio del personale.
 
Il certificato, e quindi il diritto all’assenza dal lavoro, è riconosciuto sia durante la fase acuta della malattia del bambino che nella successiva fase di convalescenza. La durata complessiva della malattia è stabilita dal medico curante.
 

Considerazioni finali 

Siamo arrivati alla fine di questo articolo sul congedo di malattia per il figlio, spero che le informazioni fornite possano rivelarsi utili nel caso tu ti trovi ad affrontare una situazione simile.
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Chiara Carnevale
Il digital marketing è la mia grande passione e le mie principali aree di interesse sono la SEO e i social media. Cerco di mantenermi sempre aggiornata stando al passo con i tempi e mi piace leggere libri di crescita personale.
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