Codice appalti: rischi e novità della riforma
Riforma Codice Appalti 2019
La Manovra prevista dal Governo Movimento 5 Stelle e Lega integrerà anche la Riforma del Codice Appalti.
In precedenza era saltata la possibilità di inserire questa soluzione all’interno del Decreto per la Semplificazione. Infatti tra i due partiti erano sorti diversi contrasti soprattutto per quanto riguarda l’importo massimo per l’affidamento diretto degli appalti da parte dei Comuni. All’inizio era passata la linea della Lega, che voleva presentare un emendamento alla manovra per alzare soglia e portarla da 40.000 a 200.000 euro.
Tuttavia il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone aveva dichiarato che si trattava di una manovra molto pericolosa perché portava a una maggiore esposizione alle infiltrazioni mafiose e alla corruzione. Le perplessità avevano portato a un ripensamento da parte del Movimento 5 Stelle. Le consultazioni tra i due partiti hanno condotto all’elaborazione di un compromesso per quanto riguarda la soglia massima degli appalti ad affidamento il tetto dei lavori pubblici da affidare senza gara da parte della PA è stato portato a 150.000 euro, riducendo di 50.000 euro la cifra ipotizzata inizialmente. Inoltre è stata introdotta la possibilità per i Comuni di procedere all’affido diretto di appalti dal valore compreso tra i 150.000 e i 350.000 dopo aver consultato almeno tre operatori economici.
Gli obiettivi della riforma e le altre novità
Tra gli obiettivi indicati dal Governo per la riforma del Codice Appalti ci sono:
- il rilancio e la semplificazione degli investimenti pubblici;
- rendere più snella la procedura decisionale affidato alle pubbliche amministrazioni centrali e locali. Al tempo stesso queste modifiche dovrebbero tradursi in una maggiore efficienza a tutti i livelli della pubblica amministrazione;
- superare le incertezze interpretative relative alle procedure di affidamento degli appalti che sono emerse nel corso degli anni;
- garantire una maggiore trasparenza dell’amministrazione pubblica.
Le altre misure e novità riguardante il Codice Appalti sono:
- una maggiore semplificazione per le delibere del CIPE, così da interessare non solo la fase di affidamento dei lavori, ma anche la loro programmazione. In questo modo si avrà un collegamento più stretto tra progettazione delle Stazioni Appaltanti e messa in opera;
- si riduce la facoltà di deroga secondo la nuova modalità degli appalti a chilometro zero, basata sul principio della territorialità. Di conseguenza si assegnerà con una riserva di quote per le PMI i contratti sotto la soglia comunitaria;
- si facilita l’istituto della compensazione tra debiti e crediti nei confronti della pubblica amministrazione;
- si rende più facile l’accesso al mercato degli appalti per le PMI. Questa misura, secondo le previsioni del Governo, determinerà una riduzione del fenomeno del subappalto.
I rischi della riforma
Come sottolineato da diversi soggetti sono vari i rischi che la riforma del Codice Appalti comporta. Ciò riguarda soprattutto l’innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti. Questa soluzione aumenta i pericoli che si verifichino infiltrazioni criminali e mafiose all’interno delle procedure di appalto, in particolare nelle realtà dove gli intrecci tra politica e malavita sono più forti. Allo stesso modo possono essere favorite rispetto alle aziende edili che operano a norma di legge soggetti che sfruttano il lavoro nero e gli immigrati clandestini.