Carenza profili adeguati: il principale ostacolo per le assunzioni in Italia
La corrispondenza tra le competenze richieste e le qualifiche dei lavoratori è una problematica in Italia sempre più in aumento quando si parla di assunzioni.
Analizziamo insieme la situazione al meglio.
Indice
Assunzioni: mismatch tra qualifiche e richieste
Ad oggi esiste un paradosso nel mercato del lavoro. Nonostante ci siano molti disoccupati, le aziende trovano molte difficoltà nelle assunzioni.
La problematica è prettamente legata alle competenze. Le criticità delle aziende sono infatti soprattutto legato al mancato matching. Con questo termine intendiamo il processo tramite cui competenze e qualifiche si incrociano con i requisiti richiesti per ricoprire un determinato ruolo.
Il disallineamento tra domanda e offerta si trasforma nella difficoltà da parte delle aziende nel reperire i profili professionali ricercati. La problematica, del mismatch è comune a vari comparti. Questi non riescono a individuare personale con competenze tecnico pratiche adeguate alle mansioni da ricoprire. I casi più eclatanti sono ad oggi:
- educatori e assistenti sociali;
- specialisti in risorse umane ai professionisti di progettazione;
- figure tecno amministrative;
- addetti a vendite e marketing;
- infermieri;
- personale nel settore di servizi di logistica e manutenzione uffici.
In un periodo in cui l’evoluzione tecnologica influisce in modo rilevante sul mondo del lavoro è necessario migliorare le proprie competenze trasversali. Sviluppare le cosiddette soft skills è, come vedremo a breve, un requisito fondamentale per chi cerca una nuova opportunità.
Soft skills: l’importanza delle competenze trasversali
Il mutare del mondo lavorativo e il progresso tecnologico hanno portato alla ricerca di nuove priorità in ambito assunzioni.
La selezione del personale ha infatti nuove necessità e obiettivi. Oggi il focus è sulla motivazione del candidato e sulla sua adattabilità. Inoltre, se prima veniva data importanza quasi unicamente alle hard skills, competenze tecniche, ad oggi non è più cosi.
Nel 2023 infatti competenze e abilità diventano facilmente obsolete nel mondo del lavoro. Le cause sono da certo da ricercarsi nell’evoluzione delle professioni, nella digitalizzazione e nell’ innovazione.
Ed è in quest’ottica che le soft skills diventano fondamentali. Competenze trasversali dunque, non specifiche ma acquisite con il vissuto e l’esperienza. Tra le principali è necessario citare:
- flessibilità;
- problem solving;
- capacità comunicative e di gestione del tempo;
- capacità di lavorare in team.
Queste caratteristiche rendono un profilo versatile ed in grado di adattarsi a diverse mansioni e situazioni a cui il lavoro potrebbe metterlo di fronte. Oggi il focus nella selezione del personale sono la motivazione del candidato e la sua adattabilità.
Assunzioni nel 2023: il problema di competenze digitali
La problematica principali per le assunzioni sono inoltre le mancate competenze, soprattutto in ambito digitale e tecnologico.
Non mancano né posti di lavoro né candidati ma non combaciano profili dei candidati con quanto richiesto dalle imprese. Spesso non si riesce a trovare l’adeguata preparazione per posizioni vacanti in ambito sia tecnico che amministrativo.
La situazione appare alquanto strano. Nonostante l’avanzare della tecnologia i giovani non sono capaci ad utilizzare professionalmente strumenti. Come ad esempio programmi di calcolo, marketing e rendicontazione. Anche dietro i blogger ed influencer c’è molto studio e preparazione.
I dati riportano che ben il 58% delle aziende notino carenze tecnico-scientifiche nei candidati.
La disoccupazione negli ultimi tre anni è passata dal 6% al 10% ma le difficoltà di reperimento sono allo stesso modo aumentate. Ben il 34% delle ricerche di lavoro non si è infatti conclusa con un’assunzione per l’assenza di un insieme di competenze.
I dati inoltre evidenziano come la difficoltà di reperimento sia direttamente proporzionale alle competenze richieste per una determinata professione.Nell’ultimo periodo sono sempre di più le aziende che richiedono ai candidati una combinazione di skills che rendono un lavoratore ibrido.
I settori maggiormente coinvolti
I settori che incontrano maggiori difficoltà nelle assunzioni sono:
- servizi informatici e delle telecomunicazioni al 68,1%;
- reparti tessili, abbigliamento e calzature al 62,4%;
- industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo 61,2%;
- altre industrie al 54,8%;
- servizi al 50,8%;
- public utilities al 58,0%;
- costruzioni al 51,9%;
- industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere al 39,4%;
- estrazione di minerali al 38,5%;
- beni per la casa, tempo libero e altre manifatturiere al 33,7%.
Tra le figure richieste e difficili da reperire troviamo invece:
- operai specializzati al 55,8%;
- artigiani addetti alle rifiniture delle costruzioni, fonditori, fabbri e carpentieri al 65%;
- specialisti in scienze informatiche e matematiche, ingegneri, tecnici della salute al 60%;
- meccanici, artigiani, manutentori e operai di macchine automatiche al 50%;
- addetti alla consegna merci, i servizi di pulizia, il personale che si occupa della custodia degli edifici e della manutenzione del verde al 30%.
Dal punto di vista territoriale le maggiori difficoltà si registrano:
- Nord Est con il Friuli Venezia Giulia al 50,0% e il Veneto al 48,8%;
- Nord Ovest con Piemonte al 41,1% e Liguria al 40,1%;
- centro Italia con Umbria al 45,4% e Marche al 41,0%.
Possibili soluzioni
I dati evidenziati fino a qui riportano una difficoltà di reperimento direttamente proporzionale alle competenze.
Nello specifico la difficoltà di reperimento dei candidati è pari a:
- competenze digitali 34,9% ;
- capacità matematico-informatiche 40,3%;
- competenze 4.0 del 40,9%.
- mix di competenze digitali (ingegneria elettronica, informazione, scienze matematiche, fisiche ed informatiche) oltre il 40%.
Come abbiamo analizzato insieme problema è esteso sia per quanto riguarda i diversi settori coinvolti sia dal punto di vista territoriale.
Quale soluzione si potrebbe quindi mettere in pratica per ovviare il problema? Preparare a riempire le lacune.
Ad oggi molte aziende stanno:
- investendo sulla formazione, sia per i dipendenti già inseriti che per i nuovi assunti;
- aumentando i percorsi di formazione nelle aziende;
- puntando su giovani talenti con cui intraprendere un percorso di formazione interno.
- cercando di capire come adattare il percorso didattico delle scuole alle esigenze del mercato del lavoro.
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