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Cancellare notizie da Google: i provvedimenti del Garante della privacy

Cancellare notizie da Google: i provvedimenti del Garante della privacy

cancellare notizie da Google - i provvedimenti del Garante della privacy
  • Laura Danesi
  • 23 Ottobre 2024
  • Notizie giuridiche
  • 5 minuti

Cancellare notizie da Google: come deindicizzare

È possibile cancellare notizie da Google? Nell’era digitale l’accesso immediato alle informazioni tramite motori di ricerca come Google ha rivoluzionato il nostro rapporto con la conoscenza. L’’abbondanza di dati accessibili, tuttavia, ha sollevato questioni complesse riguardanti la privacy personale. Molte persone, in particolare, desiderano che certe informazioni, che possono danneggiare la loro reputazione o la loro vita privata, vengano cancellate o rese meno accessibili.

A livello europeo il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e il concetto di “diritto all’oblio” hanno fornito una base normativa per affrontare questo problema. Uno degli attori principali nella protezione dei dati personali è il Garante della Privacy, l’autorità nazionale italiana per la protezione dei dati, che ha un ruolo centrale nel valutare e decidere sui casi di cancellazione delle notizie da Google e altri motori di ricerca.

In questo articolo esploreremo cosa comporta il diritto all’oblio, quali sono i provvedimenti del Garante della Privacy (269 del 24/04/2024 e 275 del 09/05/2024), e quali sono le implicazioni per i cittadini e le imprese.

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Cancellare notizie da Google: il diritto all’oblio

Cancellare notizie da Google comporta eliminare notizie che possono ledere la vita di una persona, che può scegliere di esercitare il diritto all’oblio. Questa tipologia di diritto è stato definito per la prima volta dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2014, con una sentenza storica nel caso “Google Spain contro Mario Costeja González“.
In quella sentenza la Corte ha stabilito che gli individui hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca di rimuovere link a informazioni che non sono più rilevanti, accurate o pertinenti per il pubblico. Questo diritto si basa sull’idea che, con il passare del tempo, alcune informazioni possano perdere la loro utilità pubblica e causare un danno sproporzionato all’individuo.

Secondo il GDPR, che è entrato in vigore nel 2018, il diritto all’oblio viene formalmente riconosciuto come il “diritto di cancellazione” (articolo 17). Tale diritto non è assoluto e deve essere bilanciato con altri diritti fondamentali, come il diritto all’informazione e la libertà di espressione.

Il Garante della Privacy svolge un ruolo chiave nell’applicazione del diritto all’oblio in Italia, fungendo da arbitro tra la richiesta del soggetto interessato e l’interesse pubblico nella conservazione dell’informazione.

Deindicizzare: il processo

Quando una persona desidera cancellare una notizia da Google o da un altro motore di ricerca, in genere segue un processo a più fasi.

Deindicizzare una notizia inizia con la richiesta diretta al motore di ricerca da parte della persona interessata, che può inviare una istanza direttamente a Google utilizzando un modulo specifico per il “diritto all’oblio”. In questa domanda devono essere forniti dettagli sul contenuto che si desidera rimuovere e le ragioni per cui l’informazione non è più rilevante o risulta dannosa.

Google esamina il quesito e valuta se le condizioni per la rimozione siano soddisfatte. Se ritiene che l’informazione sia di pubblico interesse, può rifiutare la richiesta, lasciando la decisione finale nelle mani delle autorità nazionali. Se Google rifiuta la rimozione o se il richiedente ritiene che la risposta sia insoddisfacente, può rivolgersi al Garante della Privacy. Quest’ultimo ha il compito di esaminare il caso, tenendo conto sia dei diritti del richiedente che dell’interesse pubblico.

Il Garante della Privacy può ordinare a Google di rimuovere i risultati contestati, se ritiene che l’informazione violi i diritti del soggetto richiedente. La decisione del Garante ha valore legale e, in caso di inadempienza, può comportare sanzioni.

Garante della Privacy: i criteri utilizzati

Il Garante della Privacy, nell’esaminare le richieste di cancellazione di notizie, valuta una serie di fattori. Alcuni dei criteri principali includono:

  • l’attualità dell’informazione, visto che un elemento chiave per decidere se un contenuto deve essere rimosso è il tempo trascorso dalla pubblicazione. Informazioni obsolete o superate possono avere un impatto negativo sproporzionato rispetto al loro valore informativo;
  • il ruolo pubblico del soggetto, in quanto se il soggetto è una figura pubblica o ha un ruolo significativo nella vita pubblica, il diritto all’informazione prevale più frequentemente sul diritto all’oblio. Per i privati cittadini, tuttavia, il Garante tende a favorire il diritto alla cancellazione;
  • la gravità della questione, poiché il tipo di informazione è un altro aspetto cruciale. Notizie su crimini gravi, reati finanziari o altre questioni di rilevante interesse pubblico sono più difficili da cancellare, a meno che non siano evidentemente false o inadeguate;
  • la correttezza dell’informazione, visto che se l’informazione risulta inaccurata, incompleta o fuorviante, il Garante potrebbe ordinare la sua rimozione anche se è di interesse pubblico.

Garante protezione dati personali: provvedimenti recenti

Il Garante per la protezione dei dati personali, negli ultimi anni, ha emesso numerosi provvedimenti (269 del 24/04/2024 e 275 del 09/05/2024) in risposta alle richieste di cancellazione di contenuti da Google. Alcuni casi emblematici includono:

  • casi di diffamazione o informazioni false, il Garante ha spesso ordinato la rimozione di link a notizie che contenevano accuse infondate o informazioni diffamatorie, specialmente quando la persona interessata ha dimostrato che le notizie erano basate su fonti non verificate o ingannevoli;
  • informazioni su reati minori, il Garante ha deciso in diversi casi di rimuovere i link a notizie riguardanti reati minori o avvenuti molti anni prima, quando il soggetto ha scontato la pena o è stato assolto. In questi casi l’informazione obsoleta era considerata lesiva per la dignità del soggetto;
  • tutela dei minori, il Garante ha adottato una posizione particolarmente protettiva nei confronti dei minori, ordinando la cancellazione di informazioni che potevano esporli a rischi di stigmatizzazione o abuso.

Cancellare notizie da Google: le sfide del futuro

Nonostante i progressi fatti nella protezione della privacy online, il diritto all’oblio continua a sollevare dibattiti complessi. Uno dei principali problemi riguarda il bilanciamento tra diritto alla privacy e libertà di informazione. In un contesto in cui le informazioni possono diffondersi rapidamente e globalmente, cancellare notizie da Google diventa complicato: è difficile, infatti, determinare quando un’informazione debba essere rimossa e quando, invece, debba rimanere disponibile per il pubblico.

La rapida evoluzione tecnologica, inoltre, sta creando nuove sfide per la protezione dei dati. L’uso sempre più diffuso di intelligenza artificiale e machine learning nel trattamento dei dati potrebbe rendere più difficile identificare e cancellare completamente le informazioni personali. Anche i social media, che amplificano la portata delle notizie e rendono difficile il controllo dei contenuti, rappresentano una sfida crescente.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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