Burnout insegnanti: come recuperare le energie dopo un anno scolastico
Il Burnout insegnanti non è una condizione tanto infrequente, anzi. I docenti che si avviano verso la conclusione dell’anno scolastico si ritrovano spesso stressati e privi di energie. La situazione diventa anche peggiore nel momento in cui gli insegnanti si trovano a dover affrontare gli esami dei propri alunni.
Al termine del periodo di esami, o comunque, dopo l’ultimo giorno di regolari lezioni, ogni docente è costretto a fare i conti con il cosiddetto stress lavoro correlato.
Come recuperare le energie e rimettersi in sesto dopo un estenuante anno scolastico?
Sono in molti gli insegnanti che se lo domandano ogni estate. In questa guida affronteremo il problema relativo alla sindrome burnout insegnanti, cercando di capire come affrontarla e superarla.
Burnout insegnanti: di cosa si tratta
Il cosiddetto burnout non è un problema che riguarda solamente i docenti. Infatti, questa condizione si può manifestare in chiunque, qualunque sia la mansione lavorativa svolta.
In particolare, si manifesta questa sindrome da stress lavoro correlato qualora si viva in una condizione di stress lavorativo che dura molto tempo.
Chi lavora intensamente per lunghi periodi di tempo, purtroppo, ha la tendenza a sviluppare tale sindrome. Il risultato, spesso, è che il lavoratore prova un senso di esaurimento, che coinvolge non solo l’aspetto lavorativo. La sindrome ha anche ripercussioni sulle relazioni e sulla vita privata di chi ne soffre.
Sebbene, come detto, tutti i lavoratori possono manifestarlo, il burnout insegnanti è molto comune. In generale, tutti quei lavori assistenziali, ma anche le professioni sanitarie e quelle che hanno a che fare con l’educazione sono maggiormente a rischio.
Prevenire è meglio che curare
È ovvio che, come dice il detto, prevenire è meglio che curare: il modo migliore per contrastare il burnout insegnanti è la prevenzione.
In realtà, però, non è sempre possibile prevenire lo stress lavoro correlato.
La sindrome burnout insegnanti dipende infatti sia dal carico di lavoro, ma anche dalla tolleranza allo stress che ciascun insegnante possiede.
Ci sono però dei fattori che possono influire negativamente e causare tale condizione, quali ad esempio:
- incapacità di dedicarsi del tempo libero: un insegnante che “porta a casa” il proprio lavoro, senza dedicare del tempo a se stesso, potrebbe sviluppare la sindrome più facilmente;
- eccessivo carico di lavoro: troppi compiti e scadenze incombenti sono due delle più frequenti cause del burnout, in ogni settore;
- scarso supporto da parte dei colleghi: purtroppo, anche un ambiente che non supporta il docente, con colleghi ostili e dirigenti scolatici che non offrono riconoscimenti adeguati potrebbero portare ad un aumento dello stress lavorativo.
Riconoscere questi fattori è il primo passo per agire, cercando di modificare ove possibile la propria condizione lavorativa per evitare l’insorgenza della sindrome.
Un aiuto dalla Legge
Ad oggi, comunque, esiste una specifica Legge che tutela i lavoratori e può aiutare a prevenire il burnout insegnanti. Il DL n. 81/2008, che prevede la tutela della salute al lavoro, prevede per il datore di lavoro la valutazione dei potenziali rischi che potrebbero minare la salute del dipendente.
Tra i vari rischi, questa legge inserisce anche lo stress da lavoro. In accordo con le linee guida UE, sono state individuate tre aree da gestire correttamente per prevenire la sindrome da burnout, non solo per gli insegnanti ma, in generale, in ogni settore lavorativo:
- Comunicazione: questo aspetto è fondamentale per chiarire i ruoli e per chiarire gli obiettivi da raggiungere; inoltre, la comunicazione è fondamentale anche per garantir supporto adeguato al docente, garantendogli ascolto e valorizzazione;
- Formazione: dato che, come vedremo, non è sempre facile identificare lo stress lavoro correlato, il datore di lavoro (la scuola, nel nostro caso) dovrà organizzare eventi formativi atti a migliorare la consapevolezza quando si parla di burnout, cause, sintomi e conseguenze;
- Consultazione: al fine di mettere in luce aspetti critici e potenzialità, l’intero corpo docenti deve essere consultato. Deve inoltre essere reso partecipe delle decisioni prese, quando queste riguardano l’istituto presso cui lavorano.
Sindrome burnout insegnanti: come affrontarla al meglio
Se, però, nonostante le accortezze dovessero manifestarsi segni e sintomi della sindrome burnout insegnanti, bisognerà affrontarla per recuperare le forze.
L’estate è il momento giusto per recuperare: con la fine dell’anno scolastico, aumenta il tempo a disposizione per riprendersi.
Alla fine dell’anno scolastico dovrebbe seguire un periodo di relax: basta iniziare con qualcosa di semplice, come la meditazione o delle attività rilassanti all’aria aperta.
Il periodo estivo, inoltre, è perfetto per il consolidamento di hobby e attività piacevoli, che andranno mantenuti anche durante l’inverno. L’incapacità di dedicarsi dei momenti per sé può infatti portare al burnout insegnanti.
Quindi, prendersi del tempo per attività gradite è fondamentale, anche quando il tempo è poco e le incombenze sono molte.
L’estate è il momento giusto per iniziare a fare pratica: dedicare del tempo agli hobby consente non solo di rigenerarsi, ma anche di creare nuove routine. In fondo, anche un’ora al giorno basta per “staccare la spina” e smettere di pensare solo al lavoro.
Infine, anche se sembra quasi controintuitivo, per recuperare le forze e superare lo stress alla fine dell’anno scolastico è utile anche l’attività fisica. Muoversi aiuta infatti a combattere lo stress. Inoltre, quello dell’insegnante è un mestiere abbastanza sedentario: dopo nove mesi dietro la cattedra, il movimento gioverà al corpo e aiuterà a rimettersi in sesto.
Stress lavoro correlato: tutti i segnali per riconoscerlo
Purtroppo, come abbiamo già accennato, non è sempre facile riconoscere la sindrome burnout insegnanti. I segni più tipici sono tre: esaurimento, ridotte prestazioni e senso di distacco.
L’esaurimento si può riconoscere in quanto si manifesta di solito con disturbi dell’umore, insonnia, incapacità di concentrarsi. Sono presenti anche diversi sintomi fisici che possono derivare dall’esaurimento: tachicardia, capogiri e frequenti mal di testa, oltre che disturbi intestinali come il cosiddetto “mal di stomaco”.
Inoltre, dietro un insegnante poco produttivo potrebbe nascondersi un docente in preda allo stress lavoro correlato.
Anche un senso di distacco dal lavoro, con insegnanti cinici sia nei confronti degli allievi che dei colleghi e della scuola, potrebbe essere segno di burnout. La sindrome, purtroppo, è in grado di portare via il piacere di insegnare.