Aziende in difficoltà perché manca il personale con competenze
Le competenze sono diventate una delle questioni più urgenti nel panorama lavorativo italiano ed europeo. Secondo uno studio della Commissione Europea, il 77% delle aziende ha difficoltà ad assumere candidati con le competenze adeguate. Questo problema si manifesta non solo all’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche durante la vita professionale. In risposta a questa sfida, la Commissione Europea ha dichiarato il 2023 “Anno Europeo delle Competenze”, con l’obiettivo di promuovere la riqualificazione professionale e l’aggiornamento delle conoscenze.
La sfida delle competenze richieste dalle aziende in difficoltà
Nell’odierno panorama lavorativo, le competenze richieste vanno ben oltre quelle tecniche. Le abilità trasversali, come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e le competenze interpersonali, sono diventate fondamentali. Tuttavia, molti candidati non possiedono queste competenze, rendendo difficile per le aziende trovare i candidati giusti.
Secondo un rapporto di ComputerWeekly, il problema della carenza di competenze tecniche persiste, con un aumento della domanda di ruoli tecnologici che non riesce a essere soddisfatta.
La carenza di competenze tecniche aumenta le aziende in difficoltà
Oltre alla carenza di competenze trasversali, le aziende devono anche affrontare una mancanza di competenze tecniche. Questo è particolarmente vero nelle industrie ad alta tecnologia e in quelle in rapida crescita, dove la domanda di competenze specifiche supera l’offerta. La mancanza di personale qualificato può portare a ritardi nei progetti e a una minore efficienza operativa.
Il settore tecnologico, in particolare, sta vivendo un’esplosione di nuovi ruoli e competenze, con una forte richiesta di esperti in intelligenza artificiale, data science, cybersecurity, e molte altre aree specializzate.
Le strategie per affrontare la carenza di competenze
Nel tentativo di affrontare la carenza di competenze, le aziende possono adottare diverse strategie. Queste strategie, se implementate correttamente, possono non solo aiutare a colmare il divario, ma anche promuovere una cultura aziendale proattiva e dinamica.
La formazione interna
La formazione interna rappresenta una risorsa inestimabile per le aziende che cercano di colmare il divario di competenze. Questo metodo permette di formare i dipendenti esistenti, potenziando le loro competenze e preparandoli a ricoprire ruoli più avanzati o diversi. Inoltre, permette di preservare la cultura aziendale e di assicurare una migliore compatibilità tra il dipendente e la posizione.
Un buon programma di formazione interna dovrebbe essere ben strutturato e adattato alle specifiche esigenze dell’azienda. Dovrebbe includere corsi specifici per ruoli e competenze, oltre a programmi di formazione continua che permettano ai dipendenti di rimanere al passo con le evoluzioni del mercato. Questo tipo di formazione può essere offerto sia in forma di workshop interni, sia attraverso l’accesso a corsi online professionali.
Attrazione di talenti stranieri
Nell’attuale contesto globale, l’attrazione di talenti stranieri può essere una strategia chiave per risolvere la carenza di competenze. I talenti stranieri possono portare nuove competenze, prospettive e idee, contribuendo a creare una forza lavoro più diversificata e innovativa.
Per attrarre e assumere talenti stranieri, le aziende possono sfruttare programmi di immigrazione qualificata, avvalersi di collaborazioni internazionali o instaurare partnership con università straniere. Questo processo può includere l’offerta di opportunità di formazione o di ricerca, la facilitazione dei processi di immigrazione, o l’offerta di pacchetti di retribuzione e benefici competitivi.
Collaborazione con istituti di formazione
Un’altra strategia efficace per affrontare la carenza di competenze consiste nella collaborazione con istituti di formazione. Attraverso la creazione di programmi di formazione personalizzati, le aziende possono contribuire a formare i futuri lavoratori e garantire che le competenze acquisite siano direttamente applicabili al loro settore.
Questa collaborazione può prendere la forma di partnership con università per la creazione di programmi di laurea specifici per l’industria, oppure attraverso la creazione di programmi di tirocinio e apprendistato che permettano agli studenti di acquisire esperienza pratica nel campo.
Questa strategia non solo aiuta a preparare i futuri lavoratori, ma contribuisce anche a creare un collegamento più forte tra l’istruzione e il mondo del lavoro, facilitando il processo di assunzione e l’integrazione dei nuovi dipendenti.
Promozione di una cultura di apprendimento continuo
Infine, la promozione di una cultura di apprendimento continuo può aiutare a garantire che i dipendenti continuino a sviluppare nuove competenze e a mantenere aggiornate quelle esistenti.
Questo può includere la creazione di opportunità di formazione continua, l’incoraggiamento alla partecipazione a conferenze e seminari, e la promozione di un ambiente di lavoro che valorizzi e ricompensi l’apprendimento e la crescita personale.
La situazione in Italia delle aziende in difficoltà per personale senza competenze
In Italia, le aziende stanno affrontando il problema della mancanza di competenze. Secondo un rapporto di ManpowerGroup, il 75% delle imprese italiane segnala difficoltà nel reperire talenti con le competenze richieste. Questo problema si riscontra soprattutto nei settori dell’IT, dell’ingegneria, delle vendite e del marketing. Nonostante le prospettive occupazionali siano in aumento, con un previsto aumento netto dell’occupazione del 17% nel secondo trimestre del 2023, le aziende continuano a lottare per trovare personale altamente specializzato.
Le Prospettive Occupazionali in Italia
Le previsioni per il secondo trimestre del 2023 indicano un aumento delle assunzioni in tutte le quattro macroaree italiane. Le previsioni migliori sono nel Nord Ovest (+23%) e nel Nord Est (+22%), mentre il Centro registra un aumento del 19%. Al contrario, le previsioni per il Sud e le Isole sono in calo rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Le filiere produttive con maggiori difficoltà nel reperimento di personale sono quelle dei servizi operativi, del commercio, del turismo, delle costruzioni e delle infrastrutture.
Le Competenze Più Richieste e le Soft Skill
Secondo le aziende italiane, le competenze più difficili da trovare sono quelle nell’ambito dell’IT e dei dati, seguite da competenze ingegneristiche, vendite e marketing, manifattura/produzione, logistica e gestione delle risorse umane. Inoltre, le soft skill più richieste includono l’attitudine alla responsabilità, affidabilità e disciplina, la capacità di collaborazione e lavoro di squadra, la resilienza e la tolleranza allo stress, la creatività e l’originalità, il pensiero critico e di analisi, l’apprendimento attivo, la curiosità e la proattività.
Settori con Prospettive Positive
Nonostante le sfide legate alla mancanza di competenze, alcuni settori in Italia presentano prospettive occupazionali positive. Le telecomunicazioni, i media e la comunicazione registrano le migliori prospettive con un aumento del 32%. Altri settori con prospettive in crescita sono l’automotive e i trasporti, l’energia e i servizi, le tecnologie dell’informazione, la sanità e le life sciences, l’industria, i beni di consumo e i servizi, le banche, le assicurazioni e il settore immobiliare.
Conclusione
La mancanza di competenze rappresenta una sfida significativa per le aziende italiane ed europee. Il gap tra domanda e offerta di competenze richiede un’azione concertata per promuovere l’aggiornamento e la riqualificazione professionale. Investire nel upskilling dei dipendenti e nella ricerca di talenti specializzati sono strategie chiave per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro in continuo cambiamento. Solo con un focus sullo sviluppo delle competenze tecniche e trasversali sarà possibile garantire il successo e la competitività delle aziende nel panorama lavorativo odierno.