Autovelox senza omologazione: pronuncia storica della Cassazione
La Cassazione ha di recente emesso una pronuncia storica in tema di accertamento delle sanzioni con apparecchiature autovelox senza omologazione.
Scopriamo insieme quale è stata la pronuncia storica!
Autovelox senza omologazione: cosa ha deliberato la Suprema Corte
Differenza tra approvazione e omologazione
La giurisprudenza ha stabilito che l’omologazione e l’approvazione sono due operazioni completamente diverse per le finalità che perseguono:
- omologazione: tipo di controllo volto all’accertamento di rispondenza ed efficacia di un determinato apparecchio, secondo le prescrizioni stabilite nel regolamento del Codice della Strada. Un autovelox, ove omologato segue regole definite a livello nazionale e comunitario;
- approvazione: operazione che verifica gli elementi che non vengono indicati nel regolamento e non deve quindi rispettare specifiche prescrizioni. Un autovelox autorizzato non quindi riferimenti tecnici e amministrativi dettagliati.
Occorre inoltre precisare che queste non sono le uniche operazioni di controllo da effettuare sugli autovelox. In tutti i casi, inoltre, gli apparecchi devono essere tarati almeno una volta l’anno per evitare errori nella lettura della velocità degli autoveicoli.
La differenza tra un procedimento di omologazione e uno di approvazione è da ricercarsi unicamente nel fatto che per il primo esistono le relative norme tecniche di riferimento specifiche. Per il secondo manca invece il riferimento per la funzione fondamentale svolta dal sistema.Tutto ciò non significa però che, nel caso di approvazione, non si seguano procedure standardizzate o non vengano verificate funzionalità e requisiti dei dispositivi, in modo omogeneo. Quindi, una volta approvati, i dispositivi di rilevazione della velocità possono essere utilizzati per l’accertamento delle violazioni, parimenti a quelli omologati.
Come capire se un autovelox è omologato
A livello pratico, le differenze tra approvazione e omologazione dei dispositivi di rilevazione della velocità sono sottili. La mancata chiarezza da parte del ministero delle infrastrutture e dei trasporti è evidente e, da sempre, alquanto problematica.
Per capire se un autovelox è omologato è quindi necessario:
- riferirsi al verbale, dove possono essere riportate le specifiche dell’apparecchio;
- fare istanza di accesso agli atti amministrativi presso l’organo di Polizia che ha rilevato l’eccesso di velocità;
- scegliere tra l’esibizione del certificato di omologazione o la copia vera e proprie. Le differenze di scelta ricadono nelle tempistiche.
Dopo essere stato interpellato, l’organo di Polizia ha a disposizione un massimo di 30 giorni e non oltre per rispondere al ricorso. Se trascorso il limite temporale, l’automobilista non riceve nessuna risposta, può rivolgersi al giudice di pace o al prefetto per chiedere l’annullamento. Lo stesso avviene, in automatico, qualora il certificato di omologazione dell’autovelox non esista.
Per verificare l’avvenuta taratura del dispositivo di rilevazione della velocità è invece possibile verificare all’interno del verbale la dicitura che conferma l’avvenuta visita periodica di taratura. Tale informazione, inoltre, in alcuni casi è sottolineata con l’indicazione della data precisa di avvenuto processo.
Per fare ulteriori accertamenti è comunque possibile procedere con il medesimo procedimento burocratico sovraindicato.
Certificazione metrologica
Gli autovelox, ove utilizzati per acquisire una prova del dato velocità fruibile ai fini sanzionatori, devono essere strumenti metrologici legali.
Ciò significa che devono necessariamente superare una serie di verifiche approfondite da parte dei laboratori metrici per ottenere la c.d. certificazione metrologica. È infatti necessario fornire un dato di misura valida come prova legale, incontestabile e incontrovertibile, sottratto da ogni possibile valutazione discrezionale successiva da parte del magistrato.
Ad oggi, nessuno strumento di rilevazione della velocità risulta munito di certificazione metrologica. Essa viene rilasciata solo con decreto M.I.M.It. in base alla normativa interna di riferimento a partire dal R.D. 7088/1890 e successive ulteriori disposizioni anche transnazionali.
E quindi, se nessun autovelox è omologato, le sanzioni sono nulle per tutti?
Come abbiamo analizzato insieme, la Cassazione ci fornisce una soluzione del problema in chiave applicativa confusa rispetto all’impianto normativo che regge la materia. I risvolti pratici legati alla pronuncia sono molti, tra cui principalmente la resa nell’ illegalità tutti gli strumenti autovelox privi di certificazione metrologica.
Dal ministero assicurano di essere al lavoro per cercare di risolvere il problema. Anche perché è questo l’unico modo per chiudere, una volta per tutte, una questione aperta da anni.