Anief: proposte al Governo procedure semplificate per assunzione docenti
In Italia, il problema degli insegnanti di sostegno, all’interno dell’organico della scuola, è molto sentito e continua a far parlare di sé. Un po’ di contesto: da parecchi anni a questa parte, ormai, si sono diffuse parecchie polemiche e denunce da parte di molti individui che appartengono alla categoria del personale scolastico (corpo docenti o meno). Esse riguardano la mancata, o scarsa, attenzione della legge italiana nei confronti degli insegnanti di sostegno, degli alunni che necessitano di essere seguiti da insegnanti di sostegno, e in linea generale nei confronti del sostegno all’apprendimento nelle scuole primarie e secondarie. In molti altri paesi, europei e non, i bambini e ragazzi con necessità speciali hanno la possibilità di essere seguiti da insegnanti preparati, di prendere parte ad attività formative create ad hoc, e di usufruire di una serie di servizi. Tali servizi vengono messi a disposizione dai Governi (e di conseguenza dagli istituti scolastici stessi), che garantiscono agli alunni che lo necessitano di poter apprendere alla pari dei loro compagni, guidandoli verso l’autonomia e una carriera scolastica soddisfacente e senza inutili preoccupazioni. In Italia, purtroppo, non si assiste ancora a quella che viene considerata da molti un’utopia.
La parola di Anief sui docenti di sostegno
Anief è la sigla dell’Associazione professionale e sindacale che incorpora e rappresenta il personale scolastico (docenti, ricercatori in formazione, ma anche personale ATA ed altri). L’associazione denuncia da anni lo squilibrio sempre più marcato tra numero di docenti di sostegno che servirebbero a coprire la richiesta, e posti di lavoro che lo Stato mette a disposizione. E non solo: sempre Anief afferma (e i dati ISTAT lo confermano) che la stragrande maggioranza dei docenti di sostegno che lavorano, al giorno d’oggi, lo fanno in condizione di precarietà, ovvero senza una cattedra assegnata. Questo problema non solo va a minare la sicurezza, economica e non solo, di tali docenti, bensì crea anche numerose interruzioni della continuità relazionale tra alunno e insegnante. Il risultato? Tanti giovanissimi senza un punto di riferimento fondamentale per poter affrontare il percorso scolastico.
La proposta per il nuovo disegno di legge: cosa dice Anief
Sul finire dello scorso anno (2020), una deputata della Commissione Cultura alla Camera, Vittoria Casa, ha presentato una proposta di emendamento che ha come intento quello di risolvere il problema della scarsità dei docenti di sostegno, andando a riempire il divario delle cattedre. La proposta sarebbe di indire un concorso, come quelli indetti più o meno annualmente dallo Stato per assegnare tutti gli altri ruoli all’interno della scuola pubblica, per assumere un numero assai maggiore di insegnanti di sostegno e stabilizzare la situazione, snellendo le procedure di selezione. Tale emendamento è stato proposto nel contesto della redazione della Legge di Bilancio 2021.
Il commento di Marcello Pacifico, presidente e portavoce di Anief, è stato positivo e speranzoso. Si tratta di un segno, ha detto lo stesso Pacifico, che le crociate portate avanti da Anief nel corso degli ultimi anni stanno iniziando a portare a dei risultati. Le procedure da attuare, continua Pacifico, dovrebbero tenere in conto tutti gli insegnanti di sostegno che già lavorano da anni, in condizioni di precarietà, e non ripartire da zero per selezionare i potenziali candidati. Ciò consentirebbe di mantenere la continuità relazionale tra alunni e docenti, oltre che stabilizzarla per il futuro. Una movimentazione nazionale, inoltre, consentirebbe di risolvere gli squilibri tra regioni, in materia di divario fra domande di assunzione e posti disponibili, che in alcune regioni è eccedente in positivo, in altre in negativo. Ciò risolverebbe anche il problema delle procedure di selezione, che ad oggi variano tra istituti e non sono regolamentate con chiarezza a livello nazionale.
Un altro punto da tenere bene in considerazione, secondo Anief, è l’accesso al Tirocinio Formativo Attivo (TFA). Si propone di consentire l’accesso ad esso a tutti coloro che ne facciano richiesta, così da formare personale qualificato ed incentivare i docenti ad intraprendere la specializzazione. Altra strategia che ha come fine ultimo quello di colmare il divario fra cattedre necessarie ed effettivamente disponibili. Inoltre, sempre Anief intima che è necessario rendere disponibili, appunto, venticinquemila posti in più destinati agli insegnanti di sostegno, poiché, come è stato fatto notare più e più volte, il numero di studenti con necessità di sostegno supera di gran lunga quello dei docenti qualificati a svolgere tale ruolo.
Ora non resta che aspettare, nel documento ufficiale della Legge di Bilancio per il 2021, la risposta alle domande che Anief si pone, insieme a tanti studenti e docenti su tutto il territorio nazionale.