Allarme bomba nelle scuole a Roma: la Polizia ipotizza un attacco hacker
Terrore in alcune scuole della Capitale: sono quattro le scuole di Roma dove è scattato l’allarme bomba. Dopo una prima allerta, che ha riguardato un istituto del quartiere Flaminio, le segnalazioni si sono susseguite.
La situazione ha previsto l’intervento delle Forze dell’Ordine. Poco dopo l’allarme bomba, infatti, che è avvenuto dopo l’ingresso dei ragazzi a scuola, intorno alle ore 8.30 del 4 aprile 2023, è stato richiesto l’intervento degli artificieri per scongiurare ogni pericolo.
Sebbene il peggio sia stato fin da subito escluso, l’allarme ha però causato l’inevitabile evacuazione di circa 900 giovani studenti.
Ricostruiamo insieme l’andamento degli avvenimenti che hanno condotto all’evacuazione per precauzione.
Le origini dell’allarme bomba: in quale scuola è scattato
Tutto ha avuto inizio la mattina del 4 aprile 2023 in pieno centro di Roma. È stata la Scuola internazionale Marymount a lanciare per prima l’allarme bomba.
Intorno alle 8.30, infatti, è stato dato l’allarme, partito da questo istituto: com’è noto, si trova davvero vicino al centro, nei pressi di Villa Borghese.
Una volta scattato l’allarme, è stato necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine. Oltre all’evacuazione degli studenti, per precauzione è stato anche richiesto agli artificieri di effettuare le opportune verifiche.
Verifiche che però, per fortuna, hanno rivelato che si è trattato di un falso allarme: non c’era nessuna bomba alla Marymount.
Allarme bomba anche in altre tre scuole del romano
Tuttavia, anche in altre scuole si è verificato un evento simile. Un allarme bomba è scattato infatti in altri istituti internazionali e, anche nei casi successivi, gli artificieri hanno dovuto effettuare i controlli per scongiurare ogni pericolo.
La modalità di falso allarme bomba è stata identica in tutti e quattro i casi, dato che tutto è partito mediante l’invio di un’email.
Oltre alla Marymount, le successive tre scuole colpite sono state le seguenti: The New School Rome in via della Camilluccia, la St George’s British International School sulla Cassia e St. Stephen’s School in via Aventina.
Ma, anche in queste tre scuole, i controlli degli artificieri hanno rivelato che nessuna bomba era presente nella scuola. Per fortuna, infatti, il sopralluogo delle Forze dell’Ordine ha dato esito negativo.
Per scongiurare il pericolo, oltre agli artificieri, sono stati mobilitati anche dei cani anti-esplosivo. Tuttavia, nulla di sospetto è stato rilevato, e gli studenti sono stati infine rimandati a casa.
Le email incriminate
L’allarme bomba, come dicevamo, è scattato tramite email, in tutti i casi inviate direttamente all’amministrazione delle scuole falsamente colpite.
La prima email che ha segnalato la presenza non veritiera di una bomba è arrivata alla Marymount. L’intento dei malviventi era quello di richiedere un riscatto, da pagare in bitcoin. Successivamente, le email sono arrivate anche agli altri istituti.
Gli hacker hanno allarmato gli istituti, minacciando di far esplodere qualcuna delle bombe in caso di mancato pagamento in bitcoin. Lasciando quindi intendere che gli ordigni piazzati fossero più d’uno.
I criminali, ai quali la polizia sta dando la caccia con ogni mezzo, hanno richiesto una sorta di riscatto per una cifra pari a ben 100.000 dollari.
In ogni caso, come detto, si è trattato di un allarme bomba che si è rivelato falso. In nessuna delle scuole indicate, infatti, era presente alcuna bomba. Comunque, lo spavento per i 900 studenti e per il personale scolastico è stato decisamente non indifferente.
Per evitare il peggio è stato infatti evacuato l’intero istituto Marymount, che è dotato anche di campus, con ovviamente gli studenti iscritti al suo interno.
I giovani sono stati invitati, insieme al personale scolastico, ad allontanarsi dai cancelli, nel parco accanto agli edifici.
Anche l’ambasciata americana, oltre alle Forze dell’Ordine, si è recata sul posto. Per fortuna, senza che vi sia stato riscontro o pericolo per qualcuno.
Si attendono sviluppi in merito al caso, dato che la polizia sta ancora cercando di individuare i colpevoli. Che, una volta identificati, dovranno rispondere a varie accuse, tra le quali quella di procurato allarme.
Allarme bomba a Roma: non si tratta di un caso isolato
Sfortunatamente, si tratta di un evento che da molti non viene considerato come un caso isolato.
Infatti, pochissimi giorni prima, ancora una volta nella nostra Capitale, era scattato un precedente allarme bomba, che ha destato preoccupazioni almeno quanto quelli recenti, che hanno interessato le quattro scuole citate in precedenza.
Infatti, il 30 marzo 2023 è stata la volta di Piazza Sempione, celebre ritrovo nel Terzo Municipio di Roma.
In questo caso, però, è andata diversamente: infatti, l’evento è scattato quando le Forze dell’Ordine hanno fermato due automobili sospette. In effetti, in una di esse erano state trovate un’arma e un involucro che ha destato dubbi.
Ancora una volta era un falso allarme
Si pensava inizialmente che l’involucro potesse essere un ordigno: per questo, l’automobile è stata bloccata ed è scattato l’allarme bomba. Anche questa volta, gli artificieri sono stati interpellati per un sopralluogo.
Questo secondo evento, datato 30 marzo, si è verificato intorno alle 14. In una delle due auto bloccate dalla polizia è stata trovata una pistola. Tale arma si è però poi rivelata un giocattolo, mentre per la verifica del pacco è stato necessario un sopralluogo più approfondito.
Si è preferito infatti fugare ogni dubbio per evitare catastrofi, e per tale ragione gli artificieri hanno dovuto svolgere un accurato controllo.
Nel frattempo, ovviamente, dato che Piazza Sempione è un luogo abbastanza frequentato, negozi ed esercizi commerciali sono stati prontamente evacuati in via precauzionale.
Le precauzioni hanno interessato non solo il perimetro della piazza, ma anche l’intero Corso Sempione, per lasciare spazio di operazione agli artificieri. Il traffico all’interno del Corso è rimasto interdetto per tutta la durata dell’intervento degli artificieri.
Per fortuna, anche questo secondo caso di allarme bomba ha dato esito negativo. L’involucro sospetto non conteneva alcuna traccia di esplosivo.
Inoltre, quella che era stata identificata come un’arma era invece una semplice pistola falsa, di quelle utilizzate per praticare softair.
Nonostante questo, i quattro giovani che viaggiavano sulle vetture bloccate dalle Forze dell’Ordine hanno dovuto rispondere alle domande della polizia direttamente in commissariato.
In ogni caso, i due eventi non sono assolutamente collegati tra loro.